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136 il romanzo della guerra

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Oh, come sono furenti i Tedeschi contro l’Inghilterra e contro quelli che scrivono poco bene della Germania! E, viceversa, come sono riconoscenti, gentili verso quelli che si mostrano appena un po’ benevoli verso di loro! Bisogna leggere gli scritti, gli opuscoli, scritti in italiano, con cui i Germani innondano il nostro mondo commerciale ed universitario, il quale a vero dire, non ha bisogno di essere troppo convinto, in quanto che l’alta cultura italiana è quasi tutta tedesca, come la bassa cultura italiana è quasi tutta francese.

Essi ci vogliono ammaestrare, convincere, persuadere.

— Ma come — dirà qualcuno — , prendono il mondo a cannonate....

— E poi pretendono grazie. Volevate dir questo? Ecco, non così propriamente: ma essi vogliono dir questo a noi, che noi siamo ignoranti di ciò che è la Germania e sconoscenti fors’anche. È in mala fede non sono! Ci ho pensato tanto: Non sono in mala fede. V’è qualcosa di ingenuo e di terribile in loro.

Oh, una ben tragica lotta, una immane tragedia di idee, spaventosa quasi come quella delle armi.

In fondo essi dicono: «Voi vivete nella più deplorevole ignoranza di quello che è la Germania. Se noi, Germani, abbiamo detto che è dovere e diritto nostro, col nostro sangue ringiovanire l’Europa; se abbiamo