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50 | il romanzo della guerra |
— Non le pare, caro Missiroli, che questa forma primordiale di lotta, quale è la guerra, sia in contraddizione con la Kultur, la Litteratur, la grande scienza germanica...?
— Ma la scienza dalle molte pagine non è propriamente la sapienza che è di poche parole — dice Missiroli. — La sapienza può valere per me, per lei, per gli anacoreti..., ma nella vita...!
***
Camminammo a lungo per via Rizzoli. Io non ho parlato.
Sono sotto l’impressione di un raccapriccio umano; e mi pare inutile discutere. Mi guardo i piedi, le mani, guardo le vetrine eleganti, colme di cravatte, guanti, scarpe, calze di seta. Sotto il riverbero della luce elettrica sta tutta l’attrezzatura del vestire maschile e femminile. Ho un po’ di schifo di appartenere alla razza umana. Razze giovani, razze vecchie; razze forti, razze deboli, filosofia di una specie, filosofia di un’altra specie... Ci credo poco.
Ma un’idea era persistente:
— Senta, Missiroli — gli chiesi — , non ha lei così, per capo, per una specie di intuizione sensitiva dell’epidermide, il terrore di un enorme peso sul collo? Il giogo teutonico?
Povero e caro Missiroli! Sì, questo lo sentiva anche