Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/152

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le labbra non si sollevarono a scoprire il digrignìo dei denti. Nulla. Era una pietà, una gran pietà per me.

Un’onda più forte la rovesciò e la fece andar sotto. Allora potei muovere il passo dal luogo dove era; e mi avvidi che correvo forte e con terrore come se qualcuno mi inseguisse. Solo quando ebbi svoltata la strada, fermai il passo e allora mi accorsi con meraviglia che era venuta la notte.

Finalmente, o meravigliosa notte, eri venuta e mi avevi ravvolto delle tue ombre, ed io era entrato nel bagno delizioso e profondo delle tue tenebre.