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Il topo di biblioteca 31

vergini sagge e delle sette vergini fatue. Esse lo attendevano, sul limitare, con le lampade levate, perchè noi non sappiamo nè l’ora nè il giorno. Ma è tutta lugubre la letteratura? Egli non se ne era mai accorto.

Spense la lampada; ma le tenebre erano incresciose al pari della luce. “Bene! vediamo un po’: che male ho io? Paura! Di che cosa ho io paura? Di morire.„ Anche morire come Francesco Petrarca con un libro in mano non gli piaceva più, adesso. E poi Petrarca aveva settant’anni, e poi lui era un’altra cosa; lui credeva, ad una cosa che non è la morte, a Maria Vergine, ch’accolga il mio spirto ultimo in pace. Come era lugubre del resto anche quel poeta lì! “Quando sarò arrivato a settant’anni, ne parleremo. Pensare che ieri mattina ero così tranquillo, così felice! Cosa mi venne in mente di toccare quel maledetto topo?„ Il professor Fulai aveva una gran voglia di dare molte percosse alla sua persona. “Tu, piuttosto, non devi aver paura!„ — disse, e accese la luce, e balzò dal letto, e puntava il dito contro se stesso, nel mezzo della notte, in abito da notte, contro se stesso, riflesso in mezzo della specchiera. Ma quel suo gesto gli parve pazzesco. Erebus et Terror stavano davanti a lui. Era la lùcida bottiglia sul como-