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sempre promossa, e io non ho mai studiato.

– Lo credo, signorina Bibi. Permette che io prosegua? Lei non ha soavità di voce. Le sue parole si intricano taglienti, smozzicate. Il suo sguardo non ha languore femminile; le sue labbra, lunghe, non hanno dolcezza di ricamo. Eppure si capisce perchè il dentista ha perso la testa sino a sacrificare per un bacio la sua tariffa. Io non so, signorina Bibi, quale sia la sua anima; ma certamente i suoi capelli hanno un’anima! A proposito, quando lei sedeva su la sedia del dentista come erano i suoi capelli? Erano legati? Erano sciolti?

– Io me li lego sempre, ma essi si sciolgono da per sè.

– Ha provato a fare le treccie?

– Ho provato: Si sciolgono lo stesso. Io non ne ho colpa.

– Lo so; ma nè meno io.

– Non stanno, capisce lei?

Ella si fermò davanti a me.

Il piccolo viso pallido, con quei denti a punta, quel naso a punta, quegli occhi a