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gnorine si adunarono nel mio salotto per stabilire quale carattere religioso si dovesse dare a questo gran fatto. Io, come uomo, ebbi voto consultivo, e perciò proposi queste nuove cerimonie; Sacramento della santissima uguaglianza, Avvento del voto, Purificazione dalla morale tradizionale, Natale della Libertà, Pasqua della resurrezione del sesso oppresso.

Ma poi è sorta un’altra grave questione. La questione economica. La donna deve essere anche libera dalla servitù economica dell’uomo. «Io – diceva qui, su quella poltroncina, una pedagogista insigne sì, ma con un odioso naso a trombetta, – posso vantarmi di non essermi fatta pagare da un uomo nemmeno un gelato». Essa pretendeva per le sue prestazioni di pedagogia, almeno diecimila lire mensili come la più semplice artista di cinematografo. Il sindacato pedagogico era furente contro il sindacato cinematografico.

Giorni fa, mia moglie tornò a casa col cappellino sgualcito. Si erano accapigliate!