Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/12

Da Wikisource.

piú vagamente adornata che prima non era. Né voglio però che quella, per la comparazione fatta, creda eh’ io presumala mandarlela come sposa, ch’io solamente per eterna schiava gliel’appresento e per tale prego V. S. che l’accetti, sicura ch’io abbia potere di ciò fare con ogni ragione, si per essere ella mio parto, come ancora per non averne io giamai da uomo vivente ricevuto di essa né arra né pagamento veruno; il quale pagamento dalle virtú e dai meriti di V. S. mi viene si grande, ch’io so certo non poter mai far tanto in onore e piacer suo, ch’io non ne abbia da andare sempre piú suo grosso debitore. Il qual debito, se per la impotenza mia non sará mai interamente pagato, almeno sempre dalla mia lingua sará confessato insieme con l’infinito suo valore, a cui, quanto piú umilmente posso, riverente m’inchino.

Di Venezia, il primo di luglio del lii.