Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/376

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di Capeva sentito, che con gli altri insieme era stato dal consolo condannato, nominato Tito Iubelio, venuto alla sua presenza, con alta e chiara voce arditamente queste parole gli disse : — Posciaché tu, o Fulvio, porti si fiera e crudele natura, e che è in te un cosi duro e acerbo animo, che prendi diletto di pascere co’ nostri supplici gli occhi tuoi, e che, saziandoti del sangue nostro, posposta ogni pietá, cosi inumano ti dimostri, che né di etá, di nobiltá o di miseria d’alcun di noi ti muovi a compassione; perché, l’ordine della commune fortuna degli altri nostri seguendo, non t’ispedisci di farmi tagliar la testa con quella medesima scure, che giá ti sofferse l’animo di vedere bagnata e tinta nel rimanente del capovano sangue; e cosi te ne porti la palma di aver dato la morte a persona piú forte e piú costante di te, accioché neanco questa lode ti si possa dare, d’avere avuto in te pur questa favilluzza di pietá, di perdonare ad un cittadino solo, stato per avanti giá da te condannato? — Avendo in questa guisa verso del consolo parlato Iubelio, udito che egli ebbe le sue parole, cosi rispose: che non si era da lui di ciò fare rimaso, ma che gli era convenuto per gli comandamenti del senato dal suo primiero proponimento ritrarsi. A che Tito Iubelio subitamente soggiunse: — E io, non avendo chi alla libertá del mio animo si possa opporre, farò si con questa destra, die sazierò gli occhi tuoi apieno del mio sangue, e che neanco in me potrai fuggire l’empio nome di crudele; conciosiaché non per ciò della tua fiera natura ti spogliasti, perché dalle lettere del senato di dare alle tue malvagie opere compimento vietato ti fusse. — E, subito che ebbe cosi parlato, alla presenza del consolo, mosso da un valoroso sdegno, con grandissima costanza d’animo prese primieramente la moglie, e dinanzi agli occhi di lui la uccise; e poi dietro a lei i suoi figliuoli, che si trovavano quivi presenti; e all’ultimo, per fornire di lare un generoso atto, con quella arme medesima che ia moglie e i figliuoli uccisi avea e che era del suo piú caro sangue macchiata, passò ancora a se medesimo il petto. Notabile è adunque la magnanimitá di costui, il quale, per rimproverare la crudeltá del consolo e di coloro che, come egli, nel punire altrui son troppo rigidi, si diede con le sue mani la morte.