Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/404

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essere caro ad ascoltare, quanto udirete un atto virtuoso di reina, e non di privata femina, e appresso di donna per nazione e per lignaggio barbara.

Nel tempo che le potentissime armi romane superarono con gloriosa vittoria il grande Antioco, re dell’Asia, alcuni popoli barbari, allora gallogreci chiamati, aveano contra romani dato aiuto ad Antioco. Per che avcnnc che, essendo toccato in sorte a Gneo Manlio Torquato consolo la provincia dell’Asia, e avendo egli in quelle parti condotto lo essercito, posciaché il rimanente delle nimiche squadre erano verso le marine discorse, perché egli non paresse che invano in quel paese avesse la sua gente menata e per non tenere ancora i soldati a bada, prese partito di andare in certi montuosi e riposti paesi dell’Asia, dove cominciò contra questi popoli gallogreci una nuova e aspra battaglia, per essere quelli, come si è detto, stati con Antioco in lega. Provando adunque i barbari l’émpito e le forze delle armi romane, e perciò di potere loro resistere diffidandosi, lasciarono i suoi castelli e le terre in abandor.o, e su le alte cime de’ monti, per lo sito del luogo forti, si ritirarono, seco la moglie e i figliuoli menando, e tutte le altre cose loro in potere dei nimici lasciando. Non poterono nondimeno dalle arme de’ romani, che gli assediavano, ripararsi; tanto che, vinti dalla ostinata fortezza di quelli, fu tutto il loro essercito parte disfatto e parte preso dal consolo nel monte Olimpo. Cosi, avendo la romana gente dei gallogreci ottenuta vittoria, ed essendo un gran numero di quel popolo, maschi e femine, giovani e vecchi, fatti prigioni e posti di un centurione in guardia, la reina, moglie di Ortiagonte, de’ gallogreci signore, nominata Chiomara, vi rimase tra le altre donne prigione. La quale come vide il centurione oltre ad ogni comparazione bellissima, giovane e vaga molto, tutta riguardandola, seco stesso la lodava sommamente. Onde cosi gli piacque di costei l’aspetto, che di lei fieramente s’innamorò, e in tanto desiderio s’accese che ella gli donasse il suo amore, che a guisa di lascivo e libidinoso uomo, tralignando alla romana natura, si dispose di mandare ad effetto il giovenile appetito. E, comeché essa non volesse