Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/148

Da Wikisource.

falsa divozione, il furor per ogni sorta di reliquie, i pellegrinaggi, il timor delle scomuniche, ecc. Il diritto canonico è quasi solo a regnare sui cherici e sui laici; il civile, ridotto a poche cose, è diretto dalla superstizione: i duelli pe’ nobili, le pruove per gli altri decidono d’ogni cosa. È creduto stregone chi insegna i primi principi delle matematiche; le scienze e le belle arti respirano appena in Costantinopoli, al Cairo e tra i mori di Spagna; e fra questa oscuritá si trovano le sei prime note della musica. Epoca quinta. L’autore si stende in quest’epoca, con maestá, rapiditá e profondezza insieme, sopra le crociate. Le sue tracce sono marcate, i colori vivi, le riflessioni profonde e moderate. L’entusiasmo d’un solo risveglia la prima intrapresa. Sovrani, nobili, plebei, preti, donne, fanciulli s’arrolano al solo premio delle indulgenze. S’impegnano le sovranitá, s’alienano le signorie, si vendono le terre. Eccessi di valore, di disordine, di scelleratezze liberano il gran sepolcro, e fondano in Asia uno Stato a pochi cristiani avanzati alla strage ed al libertinaggio. V’ari ordini di cavalieri, instituiti per la difesa de’ cristiani, fanno prodigi di valore; finalmente rivolgon l’armi contra se stessi, e riducono presso alla rovina un trono, fondato sui cadaveri di tanti fratelli. Fino alla sesta volta soccorsi con altre crociate, ogni cosa finalmente perisce, col frutto d’avere sparso inutilmente nell’Asia il sangue di tutta l’Europa, fra le disonestá, le crudeltá, le violenze, gli spergiuri ed ogni sorta di scelleraggini. L’imperio d’AIlemagna, per le gravi e lunghe discordie co’papi, si riduce ad un’ombra, cade nell’aristocrazia, e i vassalli, i prelati, gli abati si dividono il suo scettro. La potenza de’ papi, per l’armi delle crociate, per la quantitá de’ religiosi mendicanti sparsi dappertutto e renduti potenti, per la debolezza de’ principi, per l’ignoranza de’popoli, per l’inquisizione stabilita, diviene estrema, e la loro autoritá assoluta. La Francia, al contrario dell’Allcmagna, di aristocrazia divien monarchia; le alienazioni fatte da’ signori in grazia delle crociate, le guerre di religione, altre circostanze favorevoli tornano in suo profitto; la fermezza, l’economia e l’ordine de’ suoi principi compiscono