Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/307

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consiste principalmente ciò che appellasi l’indole o il genio d’una lingua. Ora questa seconda parte, la quale risguarda l’accoppiamento continuato de’ vocaboli, non si può altrimenti apprendere fuorché dalle scritture e da’ libri, ne’ quali ci si presentano gli esempi d’un tale accoppiamento nel discorso. Se noi leggiamo i libri de buoni autori per impararvi tutt’altra cosa che il buon uso della lingua nella quale essi hanno scritto, la nostra anima nondimeno, senza che noi punto ce ne accorgiamo e senza fatica, nello stesso tempo che raccoglie le idee significate, quelle ancora raccoglie e rinforza de’ vocaboli significatori, e cosí s’impadronisce dell’une e dell’altre, le conserva nella memoria, ove le imprime piu profondamente. Quello, che ella fa de’ vocaboli semplici, fa ancora delle frasi e delle maniere del dire; lo stesso fa della sintassi, o sia del modo con cui naturalmente, secondo l’indole della lingua, si combinano i vocaboli: si assuefa alla inflessione variata de’ verbi, alla collocazione de’ nomi, all’uso delle particelle, e a tutte quelle cose perfine che, elementarmente o composte, formano il tutto d’una lingua. Segue, per questo capo, nella lettura ciò che segue nel conversare; e noi a questo modo impariamo dai libri l’una o l’altra lingua, a un dipresso colla stessa facilitá, colla quale da fanciulli, senza punto avvedercene, imparammo la lingua materna. Ma, se è cosa chiara che, per questa via del leggere i buoni scrittori, possiamo con molta facilitá apprendere la buona lingua, egii è parimenti chiaro che con altrettanta possiamo imparar la cattiva, leggendo i cattivi scrittori. Poiché, colla sola continuata lettura fatta a tutt’altro fine che di studiar la lingua, si può cosí agevolmente impararla, molto meglio dee ciò seguire, quando si leggano i buoni scrittori anche con determinata intenzione e avvertenza di fare in essi studio della lingua stessa. Nondimeno, anche nella continuata lezione, non può fare che molte cose pertinenti alla lingua non lascino niuna o troppo leggiere impressioni nella nostra mente, e che molte ancora, non isfuggano alla nostra determinata attenzione o, coll’andar del tempo, alla nostra memoria. In questo caso si è che suppliscono, per quanto è possibile, i grammatici, i quali hanno