Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/364

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Anzi, siccome si può andare allo stesso fine per diversi metodi e per diverse discipline, cosí ogni bravo artista tiene quella strada che piú gli giova, sia operando, sia ammaestrando. È dunque cosa fatale alle belle arti che l’autoritá del governo prescriva leggi e sistemi intorno a ciò; che chiuda tutte le strade conducenti al bene per tenerne aperta una sola; molto piú non essendo il governo giudice competente né meno della sicurezza di questa sola. Se in tutte le cose politiche importa di lasciare ai cittadini, per tutto ciò che è onesto, la maggiore attivitá e quindi la maggior libertá possibile, ciò molto piú importa nelle belle arti. Esse dipendono dalla sensitivitá dell’animo, dalla forza della fantasia, dalla finezza della mente; cose quanto sentite nei loro effetti, tanto poco conoscibili nella loro natura. Come adunque presumerebbe il governo di ridurre esclusivamente tutti gl’ingegni fatti per le belle arti sotto l’uniformitá normale di una sola disciplina, di un sol modo di operare, di un sol maestro, della cui abilitá esso governo non è giudice competente? Un’accademia pertanto o una scuola, massimamente di belle arti, non dev’essere né un monopolio né una servitú. Le belle arti fiorirono presso gli antichi e risorsero in Italia nei tempi moderni senza accademie né scuole stabilite e regolate con prescrizioni governative. Le loro accademie erano le libere conversazioni dei bravi artisti, nelle quali si perfezionavano, comunicandosi le loro cognizioni, e si eccitavano, mostrandosi i loro esempi e le loro opere. Le loro scuole erano le officine dei bravi artisti, e i loro esemplari e i loro documenti comunicati agli alunni. Qualora dunque si vogliano accademie o scuole, queste non debbon essere esclusive; e le leggi da imporsi ad esse non debbon essere che quelle meramente esteriori, che risguardano il buon ordine da mantenersi in ogni conversazione di uomini. La sola utile protezione che il governo possa dare a simili stabilimenti è di provvederli d’eccellenti esemplari e modelli, di bravi e zelanti maestri, di mezzi e di sussidi e di comoditá per lo studio e per l’esercizio. Tutto il resto non è che pompa e magnifica superfluitá.