Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf/125

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ad impiegare le sole filtrazioni soîterranee, inducendo cosí un’idea diversa in gran parte da quelle che erano state pre- cecentemente fatte palesi. Domandava inoltre il signor Ni- colay la dichiarazione di pubblica utilitá, ma non di essere tenuto indenne verso i terzi; e domandava infine una dimi- nuzione del dazio dei ferri che gli conveniva introdurre per l’intubazione delle acque,

Ma anche il signor Nicolay presentava questa sua prima memoria spogiia di ogni piano tecnico positivo, che facesse ben conoscere se e con quali condizioni e cautele si potesse concedergli d’eseguire quelle opere che egli dichiarava do- vere far corpo continuato coi fianchi della galleria costrutta a cielo aperto. Non avrebbesi dunque potuto dare ascolto nemmeno a questa proposizione quantunque molto piú van- taggiosa, e quantunque fosse in essa bene chiarito che non intendevasi d’estrarre se non che le acque sotterranee sor- genti fra le sabbie dentro le quali si costruiva la galleria 0 provenienti dalle vicine pendici dei monti. Se non che il si- gnor Nicolay dichiarava egli stesso che, affrettatosi a fare l’attuale proposizione al Governo, riconosceva che essa era incompleta, e significava che perciò appunto stavansi facendo gli studi necessari ad un ingegnere che lo assisteva, e che si proponeva di assoggettare all’azienda generale delle strade ferrate il concreto piano dei lavori divisati. Ed infatti poco appresso egli presentava questo piano formato dal signor in- gegnere Sarti, e corredato di dettagli grafici e descrittivi suf- ficienti a far conoscere íl sistema e le opere colle quali egli intendeva raccogliere la acque di profonda infiltrazione, per ottenere la concessione dell’acquedotto a condizioni che egli offeriva ancor migliori delle summentovate, ed invero assai vantaggiose e sicure per l’amuministrazione.

Le opere divisate dal signor Nicolay consistevano essen- zialmente in piccole gallerie laterali raddossafe ai fianchi di quel tronco della grande galleria della strada ferrata, che si costruiva a grande profonditá sotto il letto di Scrivia abban- donato dal vivo corso del fiume, in quel tratto ove il letto medesimo è costituito da alti strati di sabbia. Queste pic- cole gallerie erano a guisa di gallerie o pozzi di cisterna per- tugiale in modo da poter ricevere le acque che scaturivano dalle sabbie, ed avevano oltre a ciò degli avviamenti o ad- dentellati per altre diramazioni in senso irasversale, che prepsravano la possibilitá di poterli spingere avanti piú o meno, affine di procurarsi maggior copia di sorgive, quando quelle infiltranti nelle dette longitudinali gallerie di cisterna si riconoscessero troppo scarse per soddisfare ai fini pro- postisi,

Qui però nen volendo ommeltere alcuna delle circostanze che precedettero la convenzione stipulata dal Ministero, vuolsi ricordare che rion appena il signor Nicolay ebbe pre- sentata la sua domanda, che fu il 4 aprile, con condizioni, come dicevasi molto vantaggiose, il piú volte nominato co- mitato promotore rinnovò anch’egli la sua, presentandone un’altra in data deli’14 aprile migliore di quella fatta diaozi dal comitato medesimo in quanto concerne le condizioni cconomiche, ma non punto diversa, nè piú precisa nella parte tecnica, Offeriva cioè egli pure di fare a sue spese tutti i lavori ed opere necessarie pella derivazione e condotta in tubi anche nella parte che sarebbe stata necessaria per le macchine idrauliche della strada ferrata; esigeva però sem- pre che la societá fosse esonerata da quei richiami che per avventura si elevassero pel fatto di detta deviazione dalla Scrivia, e faceya intendere che, ove fosse d’uopo, avrebbe anche egli rassegnato un progetto di massima, insfando pur sempre per ottenere infrattanto la concessione con quella

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sollecitudine che diceva essergli necessaria per poler vinco- lare @ tale opera capitali che trovansi disponibili.

E dopo che il signor Nicolay ebbe, intorno alla metá d’a- prile, presentato il suaccennafo piano dell’ingeguere Sarti, il comitato medesimo presentò esso pure una nuova domanda nei primi giorni di maggie, che sembrava mirasse allo stesso intento cui mirava il signor Nicolay, a quello cioè di limi- tarsi a raccogliere Ie acque che scaturivano dalle profonde sorgive sotto il letto di Scrivia; giacchè in questa memoria, che nel rispeito tecnico non era men vaga delle altre presen- tate dal comitato, trovasi solo positivamente ripetuto quello che giá aveva fatto presente il signor Nicolay, cioè che il la- voro che si proponeva d’eseguire era di natura tale che per poco che si fusse indugiato non sarebbe piú stato possibile atiuarlo, atteso i progressi che andava facendo l’opera della galieria; per la qual cosa il comitato appoggiava ora l° ur- genza della concessione non piú al solo motivo di racco- gliere azionisti in buof punto, wa ancora alle condizioni ma- teriali dell’esecuzione dell’opera.

Poichè dunque il signor Nicolay aveva presentato un piano positivo in cni era dimostrata la precisa condizione delle opere che volevano eseguirsi e la relazione loro con quelle della grande galleria, la generale azienda dello strade fer- rafe si trovò in caso di potere sentire su di esso il parere dell’ingegnere-cano direttore dei lavori di Scrivia, il quale dichiarava il progetto innocuo alla ridetta grande galleria. Ed è infatti evidente com’ esso dovesse anzi giovarle procu- randole maggiore stabilitá, e piú ancora guarentendola dagli slillicidii, mercè le piccole gallerie che, secondo il piano Ni- colay, le venivano addossate, laddove le sabbie. pregne d’acqua avrebbero reso gli stillicidi stessi inevitabili se non avessero invece irovato sfogo nelle dette gallerie di -ci- sterna.

Il predetto ingegnere-capo mostrava tultavia dubitare che colle semplici divisate gallerie di cisterna si potesse ottenere l’intento, si potesse cioè derivare tanl’acqua da sopperire agli usi a cui si destinava. Ciò però non infirmava punto il giudicio sulla opportanitá dell’opera divisata, che procu- rando una prima derivazione d’acqua, preparava la via d’ac- crescerne nel modo piú sicuro e piú facile la quantitá, ove le macchine idrauliche lo avessero richiesto. Ma ciò che piú preoccupava il predetto signor ingegnere-capo si era il ti- more che un aumento cosí notevole di lavoro da eseguirsi nello stesso ristretto spazio, e per cosí dire in un corpo solo colla grande galleria, potesse essere occasione di nuovi ri» tardi nel compimento di questa, che ne aveva giá subiti di troppo gravi, non tanto per le difficoltá materiali incontrate, quanto per le questioni ed i litigi continui fra 1’ amministra- zione e l’impresa.

Egli faceva conoscere il pericolo in cui si sarebbe incorsi se un nuovo impresario avesse assunti i lavori proposti dal signor Nicolay; mentre quello della galleria avrebbe potuto, non senza fondamento, opporsi a che si venisse a mettere mano nel campo della sua impresa, turbando e sconvolgendo l’andamento delle opere che’ egli stava compiendo.

L’ingegnere-capo conchiudeva che non si potesse consen- tire alla domanda del signor Nicolay se non sotto condizione che i lavori che egli si proponeva d’esegaire, fossero sponta- neamente assunti dall’impresario della grande galleria, e che questi facesse una formale dichiarazione che si obbligava compierli senza recare alcun ritardo nell’adempimento dei patti stipulati colla regia amministrazione.

Ed a questi giusti timori e previdenza dell’ingegnere-capo il signor Nicolay pensò a provvedere. Egli si procurava e