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sessione del 1853-54


relazione dell’ingegnere Promis unita a corredo degli atti.

Parte questa dalla base che qualora quei terreni si trovassero nelle condizioni eguali ai terreni circostanti destinati alla fabbricazione, il valore che loro potrebbesi attribuire oggigiorno sarebbe di lire 731,000 in ragione cioè di lire 12 50 al metro quadrato.

La vostra Commissione, sentito anche dal signor sindaco di Torino come sia ora subentrato un notevole rallentamento nell’acquisto di terreni per fabbricare, del che ne addusse in prova l’esempio dei 30 lotti presso Porta Nuova che vennero posti in vendita e dei quali 8 soli si poterono realmente esitare, convenne che la base d’onde partiva l’ingegnere Promis era ammessibile, notandosi che questa base partiva alla sua volta dalla stima di quei terreni fatta per conto delie finanze medesime dall’ingegnere Tonta nell’aprile del 1852 colla deduzione del quinto per le anzidette cambiate circostanze, e questa stima valutava il metro quadrato a lire 16. Posta così la base essa procedette nell’esame dei motivi che portarono la cifra anzidetta a quella assai più ristretta di lire 550,000.

Primo fra questi motivi si è la circostanza che quei terreni che si valutarono al primo citato prezzo di lire 731,000 non si trovano nelle condizioni analoghe dei terreni circostanti, per la ragione che dessi formano un altopiano in parte naturale ed in parte prodotto dallo scavo e sterro eseguito otto anni sono, allorchè si ridusse a livello il suolo già destinato per l’ospedale militare divisionario ivi finitimo, altopiano che converrebbe togliere qualora quel terreno si destinasse alla fabbricazione.

Tale operazione (come dalle dettagliate misure che accompagnano la relazione) si estende allo spazio già destinato per otto isolati, e varia dai metri 0 40 a metri 2 70 e così in media forma un rialzo di metri 1 53. La cubatura intera della superficie ivi descritta si eleva a 99,392 metri cubi di ghiaia e terra che dovrebbe essere trasportata, onde sistemare quel terreno giusta le livellette, e porlo in condizioni altimetriche identiche con quelle dell’area dell’ospedale e sue adiacenze. Il trasporto di questo materiale è valutato ad una lira per metro cubo, per la circostanza che per ordine municipale devesi trasportare il materiale al disotto della chiusa Michelotti, e quindi nel totale a circa 400,000 lire, con che la base di partenza di lire 731,000 verrebbe ridotta a lire 631,000.

Un secondo motivo che farebbe diminuire il valore di quei terreni sarebbe ravvisato in ciò che l’ingegnere Tonta aveva supposto che tutta quell’area potesse essere destinata a fabbricati, ma è d’uopo osservare che si avrebbe una estensione di otto ettari e più, tutto di fabbricati; cosa che il municipio non potrebbe ammettere dovendosi in tanta superficie comprendere una chiesa ed una piazza almeno, e prova ne sia che nell’area a giorno dell’antica piazza d’armi, la quale è di soli sette ettari, il municipio nel tracciare il disegno vi comprese una chiesa e due piazze.

Un terzo motivo venne ravvisato da quell’ingegnere nel maggior valere che acquistano i terreni demaniali prospicienti verso il giardino pubblico, e siccome questo vantaggio si estende ad una lunghissima linea di 478 metri lineari e comprende cinque isolati profondi in media metri 41 80; egli valutò a lire 3 di benefizio per metro quadrato la superficie che verrebbe così avvantaggiata, e per tal modo si avrebbe un totale benefizio di lire 62,500 che ridurrebbe la cifra delle 631,000 a 588,500.

Per ultimo accennavasi qual motivo favorevole alle finanze quello della vendita che si fa con un solo contratto di 36 lotti che a spilluzzico non si potrebbero vendere che assai difficilmente ed in tempo più o meno remoto, ma non certo nelle attuali circostanze.

Secondo le conclusioni del signor ingegnere Promis questi motivi avrebbero fatto discendere il prezzo dei terreni a lire 440,000 e si fu sopra quello che realmente vennero aperte le trattative col signor ministro delle finanze. La Commissione se anche non potè a meno di riconoscere la sussistenza reale di quei motivi, non potè convenire nell’estensione data dal suo autore per rapporto al prezzo, perché se il primo citato, ossia quello del trasporto del terreno ammette un calcolo preciso, tutti gli altri lasciano una latitudine e non è certo a meravigliare se l’ingegnere municipale ne usò in senso favorevole a municipio. Tuttavia qualunque siasi il grado che si può attribuire a tutte quelle cause, la loro sussistenza è certa e l’aumento fatto di lire 100,000 sulla base delle lire 450,000 parve alla vostra Commissione poter realmente compiere quella troppa latitudine di calcoli che aveva fatto l’ingegnere municipale, e che la somma complessiva di lire 550,000 combinata col signor ministro delle finanze rappresenti un corrispettivo equo ed onesto per entrambi le parti contraenti, perchè la ragione segnatamente del maggior valore che vengono ad acquistare i lotti che rimangono di proprietà demaniale è di una evidenza incontrastabile, e quando si considera che rimangono ancora 46 lotti a vendersi, non si può illudersi supponendo che vi possa essere una grande affluenza per l’acquisto dei 72 che comprende l’intiera superficie. Preso poi ad esame anche il valore del terreno che dal municipio verrebbe ceduto all’erario pubblico per l’ingrandimento dello scalo di Porta Nuova, risulta di sole lire 30,000 per la ragione che nel piano già approvato della città quello spazio era già destinato ad essere piazza, senza di che il suo valore sarebbe almeno del quadruplo.

Le lire 30,000 possano rappresentare gli interessi che avrebbe dovuto pagare il municipio sulla somma che non esborsa al momento, e per la quale venne accordata una dilazione senza corrispettivo d’interessi.

Le altre condizioni di minore importanza non presentarono soggetto di discussione; solo quella all’articolo 1 che prescrive che l’area ceduta non potrà per lo spazio di 10 anni venire destinata ad uso di fabbricazione per caseggiati; parve alla vostra Commissione che potesse essere modificata nel senso di portare il lasso ivi citato di 10 anni ad anni 20, e ciò per il motivo che, prima che si verifichi il caso che realmente si fabbrichi all’ingiro del futuro giardino, passeranno probabilmente tre o quattro anni, e quindi la garanzia che non si potrebbero elevare fabbricati di fronte a quelli circostanti al giardino, si ridurrebbe a soli 6 anni. Quando invece la si estendesse a 20 rimarrebbero sempre nel caso citato 16 anni di assicurato benefizio e ne verrebbe naturalmente da questa sicurezza un maggior valore ai terreni circostanti demaniali. Interpellato il signor sindaco in proposito avendo detto che non credeva che tale condizione avrebbe incontrato ostacolo, la Commissione l’ammise qual condizione a modificazione del contratto d’approvarsi.

Prima di chiudere questa relazione debbo, per incarico speciale ed unanime avuto dalla Commissione, far osservare che nell’istrumento di convenzione all’articolo 2, laddove parlasi dell’area demaniale situata fra il viale del Valentino e la sponda sinistra del Po, nel fissare la misura si è fatto uso esclusivamente della misura antica in contravvenzione alla legge 11 settembre 1845 che prescrive l’adozione del sistema metrico decimale, e per cui si richiama l’attenzione