Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf/452

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al Parlamento una legge, ancorchè temporaria, che ponga un limite di etá od altro simile alla concessione delle pensioni alle quali si ha diritto per legge, sí non concedendole, come giornalmente si fa, alle persone che non vi hanno diritto. L’ufficio propone inoltre al Senato, se non converrebbe che le pensioni dal bilancio delle finanze fossero restituite a quelli dei vari dicasteri, onde meglio appaia quale uso, a ca- rico delle finanze, faccia ciascun ministro della sua responsa- bilitá relativamente alla scelta del personale.

Queste poche osservazioni parvero non inutili su alcuna delle cause del crescente nostro disavanzo. Ma i proposti ri- medi non bastano; e il vostro ufficio conchiude, richiamando sul dissesto delle nostre finanze, sulle sue.cagioni e sui ri- medi tutta la vostra attenzione.

Autorizzazione per la vendita di una casa demaniale in Sassari,

Progetto di legge presentato alla Camera VII marzo 1854 dal presidente del Consiglio ministro delle fi- nanze (Cavour).

Sicnoni! — Proveniente dalla soppressa corporazione ge- guitica possiede il demanio dello Stato in Sassari, sulla piaz- zetta Carra piccola, una casa detta Casa alta, composta di quattro piani di due membri caduno, d’una cantina e d’una bottega a piano terreno, coerente a ponente ad un fabbricato spettante al negoziante Giacomo Queirolo.

Entrato questi nel divisamento di abbattere e ricostrurre la propria casa, ricorreva all’amministrazione delle finanze esponendo come lo impedisse di mandar a effetto il suo di- visamento la circostanza di essere l’attiguo fabbricato de- maniale in cosí cattivo stato che, ove se gli togliesse l’appog- gio che trova nella sua casa, senza che prima fossero stati eseguiti i considerevoli ed indispensabili ristanri dei quali essa abbisognava, sarebbe sicuramente diroccata con danno suo e delle finanze, e quindi ne! reciproco interesse chiedeva la verdita a suo favore di quella proprietá demaniale.

Dalle operate ricognizioni giá risultava essere realmente quel fabbricato in stato di assoluta degradazione massime dal lato attiguo alla proprietá Queirolo.

Onde viemmeglio però accertare se fosse per le finanze piú conveniente di vendere o far riparare quel fabbricato, si commetteva al signor ingegner centrale Poggi di procedere alla perizia, sia del valore venale del medesimo, come del- l’importare delle opere e riparazioni che sarebbero state as- solotamenie indispensabili per impedirne la totale rovina e per permettere al signor Queirolo di ricostrurre la casa di sua spettanza.

Calcolava il signor Poggi a lire 1400 l’importare dei piú urgenti lavori, avvertendo che in questa spesa avrebbe il signor Queirolo dovuto concorrere per lire 857, metá della somma occorrente per îa ricostruzione del muro comune, ma osser- vava ad un tempo dovere queste opere conservalorie riuscire di difficile e pericolosa esecuzione, non essere sufficienti per aumentare il valore di quel fabbricato, e portar quindi opi- nione essere in ogni modo, e sotto ogni rispetto assai niú conveniente per il*demanio dello Stato di addivenire alla vendita di quello stabile, di cui in perizia del 26 novem- bre 1852 calcolava il valore venale a lire 9038 09,

Le riferite circostanze persuadevano il Governo della mas- sima convenienza di alienare quel corpo di casa al piú pre»

Sessione DEL 1859-55 — Documenti — Vol, IL 158

sto possibile onde evitare spese di riparazioni pressochè inu- tili per il miglioramento del medesimo od una lite lunga e dispendiosa, d’esito assai dubbio, col signor Queirolo, che giá giuridicamente profestava dei danni patiti e paziendi, e ciò per mantenere un fabbricato che poco o nulla rende alle fi- nanze, giacchè quantunque affittato per annue lire 863, può considerarsi quasi come improduttivo per le spese di ripa- razioni che richiede e richiederebbe per l’avvenire, e per la quasi impossibilitá in cui si trova l’amministrazione di otte- nere il pagamento dei fitti dovati da inquilini che si sottopo- sero a pigioni troppo gravi, superiori ai propri mezzi.

Quirdi attesa urgenza determipavasi il Governo del Re ad addivenire a tale vendita col mezzo di pubblici incanti, a malgrado per l’imminente chiusura della Sessione non si po- tesse per la medesima chiedere la previa autorizzazione del Parlamento, lusingandosi il Ministero che, fatta la Camera persuasa della cpportunitá e necessitá di tale alienazione, non dissentirebbe d’approvare poscia il suo operato a questo ri- guardo.

Mandavasi quindi esporre agli incanti quella proprietá de- maniale sul prezzo di lire 9058 portata dalla perizia Poggi, colí’ espressa clausola però, che non dovesse il contratte considerarsi come definitivo, se non dopo che per legge fosse stata la vendita approvata.

Aprivansi gli incanti il 19 agosto dello scorso anno, ma per mancanza d’oblatori andavano deserti, e di tale deserzione fanto l’ufficio procedente, che la direzione demaniale giudi- cavano non potersi dar causa che al prezzo troppo elevato a quel fabbricato assegnato.

Mentre davasi passo a questi incumbenti gii aventi causa da certa Rosalia Fondoni Doro, dalla quale la casa in discorso con altri stabili era stata legata ai padri gesuiti, cercavano di opporsi alla vendita della medesima, prelendendo che, dopo la soppressione di quelle corporazioni, ad essi eredi ne- cessari della donante, e non alle finanze, dovessero passare i beni legati, o quanfo meno che non potesse il Governo aver facoltá di disporne, per trovarsi i medesimi sottoposti al peso del servizio d’una messa quotidiana perpetua, istituita dalla Fondoni Doro con suo testamento del 22 ottobre 1764 e cal- colata a soldi 6 sardi (lire nuove 210 24 annue).

Ma considerando che gli altri stabili dalla Rosalia Fondoni Doro legati ed assieme alla casa di cui nel concreto alle fi- nanze pervenute col rimanente asse ex-gesuitico sono piú che sufficienti per far fronte al pio legato di cui sopra è cenno, e ritenuto non potervi essere dubbio, che a seguito della soppressione della corporazione gesuitica, le sole finanze sono ad essa succedute, e che servendo ai pesi ad essi ine- renti, sono in diritto di disporre degli stabili giá da quel so- dalizio lasciati; perciò seguendo il parere al riguardo espresso dal consulente legale delle finanze, determinavasi, a mal- grado del giuridico procedimento dai sedicenti eredi Fondoni Doro intentato, di proseguire l’iniziata vendita, e due partiti essendo stati presentati, l’uno dal signor Queirolo che offriva Fre 6500 l’altro dal signor Lorenzo Delungiari, che portava la sua offerta a lire 6510, si tentava su questa un nuovo espe- rimento d’incanti il 10 dicembre dello scorso anno ed in esso deliberavasi il fabbricato di cui si tratta al signor Giacomo Queirolo ultimo migliore offerente per il prezzo di lire 6660.

Scaduti li fatali senza che siasi presentato aumento su tale prezzo e resosi il deliberamento definitivo, addivenivasi il 28 stesso mese alla stipulazione del contratto di vendita, col quale ebbligavasi l’aequisitore alla esservanza di Lutti i patti e condizioni dal capitolato prescritti, fra eui al pagamento dell’integraic prezzo portato dal deliberamento eniro Îl tes-