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sessione del 1853-54


essa via dalla cava della Chiapella al futuro dock commerciale ed alla stazione di Genova, al fine d’avere, tanto dal dock quanto dalla stazione, due vie a profitto dei viaggiatori e delle merci, le quali si ricongiungano alla stazione di San Pier d’Arena.

Oltre all’evidente vantaggio d’avere per tal modo un maggiore sfogo alla circolazione di viaggiatori e di merci all’emporio di Genova, si otterrebbe una sensibile economia minorando il soverchio afflusso sulla ferrovia presentanea dalla piazza di Caricamento alle stazioni di Genova e San Pier d’Arena, e nel tempo stesso scemando la spesa di locomozione lungo la medesima, stante il piano inclinato del 15 per cento che ne fa parte integrante, come accenna il signor ministro dei lavori pubblici nella sua relazione. Per soddisfare a questo desiderio è sembrato opportuno ad alcuni membri del vostro ufficio centrale d’aggiungere all’articolo 5 la facoltà al Governo d’estendere il predetto ramo di via nel modo espresso.

Interpellato in proposito il prelodato signor ministro per parte dell’ufficio centrale, egli asseverò che, malgrado il silenzio della riferita facoltà al Governo, non possa la medesima essere contestata, essendo il nuovo scalo di San Benigno comune al Governo ed a San Pier d’Arena, tuttavolta che il Governo stimi d’usare della facoltà di cui all’articolo 32 della convenzione, al quale si riferisce l’articolo 20 del progetto di legge. Sarebbe stato certamente opportuno che fosse statuito sin d’ora sul futuro dock commerciale che interessa in grado così eminente lo Stato e l’avvenire del commercio di Genova, e che la concessione di cui si ragiona fosse subordinata o quante meno armonizzata col progetto d’esso dock al fine di evitare ogni inconveniente ed ogni nuova falsa spesa; ma poichè le circostanze non permisero l’attuazione dell’emesso desiderio, e sebbene possa sembrare preferibile la divisata aggiunta all’articolo è per prevenire ogni futura contestazione, potrà il Senato giudicare se possa essere ammessa l’esplicita dichiarazione del signor ministro dei lavori pubblici avanti enunciata.

Tutte le altre condizioni della convenzione tra il Governo ed il comune di San Pier d’Arena sono conformi a quelle state già sancite dal Parlamento per altre concessioni di ferrovie, e non danno perciò materia a speciali osservazioni.

Il disposto degli articoli 28 e 29 potrebbe forse meritare qualche maggior spiegazione diretta ad evitare future contestazioni.

All’articolo 28 sarebbe conveniente d’esprimere che il sequestro sui proventi dell’esercizio della strada avrà luogo pel solo fatto della contravvenzione senza bisogno d’altro atto.

E laddove sono eccettuati i casi di forza maggiore dovrebbesi aggiungere: purchè non siano imputabili al comune. L’articolo 29 è forse alquanto vago ed indeterminato, e per troncare la via a troppo prolungate discussioni gioverebbe il definire in modo preciso cosa si intenda per grave contravvenzione, ed a qual genere di contravvenzioni si riferisce la recidiva.

È poi insolito il disposto dell’articolo 33, col quale si concede in perpetuo al comune di San Pier d’Arena la ferrovia a cavalli nel suo abitato, a partire dal punto d’unione colla ferrovia, che il Governo si riservò facoltà di diramare da quella che dal nuovo scalo di San Benigno tende a San Pier d’Arena. Questo favore è sembrato a primo aspetto alquanto eccessivo, massime perchè la durata della concessione, che il Governo voleva ridurre a soli anni 80, è stata prolungata sino a 99 anni per annuire al desiderio del comune di San Pier d’Arena. Siccome però non converrà mai al Governo di esercire direttamente la ferrovia a cavalli che si propone di concedere a San Pier d’Arena, e che difficilmente altre società, ad eccezione del comune stesso di San Pier d’Arena, potrebbero esercire con profitto la predetta ferrovia a cavalli specialmente destinata al servizio dei magazzini o depositi laterali, per le molte difficoltà che s’incontrerebbero nel soddisfare a tanti e così vari interessi, quali sono quelli dei proprietari d’essi magazzini volontariamente sottoposti alla tutela del comune, e naturalmente poco inclinati ad altro genere di tutela, si crede potersi ammettere il favore concesso in perpetuo al comune di San Pier d’Arena, anche sul riflesso che esso è sottoposto alla superiore tutela governativa, e che si tratta d’un’opera da eseguirsi in massima parte sul suolo comunale.

Nel sottoporre all’alto vostro senno, o signori, le precedenti brevi riflessioni sul progetto di legge da voi commesso alla preliminare sua disamina, non ha però creduto l’ufficio centrale di proporre qualche specifica variante ai patti concordati, per non ritardare l’eseguimento di opere vivamente desiderate, ed i) cui compimento non può a meno di tornar utile al commercio di Genova, e nel tempo stesso aumentare il prodotto della ferrovia dello Stato.

Qualora le attuali critiche circostanze inducessero il comune di San Pier d’Arena a ritardare l’intrapresa dei lavori nella speranza di più favorevoli condizioni finanziarie, tornerebbe in allora opportuno di tener conto delle poche avvertenze espresse nella presente relazione e di farne oggetto di alcuni articoli addizionali. Altrimenti, nella fiducia che il Ministero non trasanderà di prendere in considerazione i fatti riflessi, per quanto sarà possibile colla lettera e collo spirito della pattuita convenzione, l’ufficio centrale ha l’onore di proporvi, o signori, che vogliate sancire col favorevole vostro suffragio il progetto di legge in discorso.



Bilancio delle spese interne della Camera dei deputati
per l’anno 1854.

Relazione fatta alla Camera dl 29 marzo 1854 dai questori Valvassori e Bottone.

Signori! — Il bilancio delle spese interne della Camera pel 1855, chea nome dell’uffizio della Presidenza abbiamo l’onore di presentarvi, è stato compilato sulle norme degli esercizi antecedenti, e sopra quelle che dalla precedente Legislatura vennero nelle sedute degli 11, 12 e 15 febbraio 1853 stabilite.

Esso viene proposto nella somma di lire 136,485 62;e così in meno di quello dell’anno scorso di lire 7874 38.

Le persistenti angustie in che continuano a versare le nostre finanze furono cagione che noi limitassimo nel presente bilancio le nostre proposte alle strette esigenze del servizio ed all’adempimento delle anteriori deliberazioni della Camera.

Noi nutriamo fiducia che l’accurato esame che sarete per intraprendere di questo progetto varrà a giustificare il nostro asserto.

A fine intanto di agevolare l’opera vostra, abbiamo, con apposite note, spiegati i motivi così degli aumenti, come delle diminuzioni, che in confronto al preventivo dell’anno 1853 si propongono.

In quanto è agli aumenti di stipendio, che trovansi iscritti nel presente bilancio, non sarà forse superfluo il dire che essi traggono loro ragione dalle già mentovate deliberazioni della Camera prese nelle sedute degli 11, 12 e 15 febbraio