Pagina:Pastor fido.djvu/136

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   Che non è tua la gioia che non hai?
   La pietà che sospiri?
   La mercè che non speri?
   Altro non ami alfin se dritto miri,
   Che ’l tuo mal, che ’l tuo duol, che la tua morte.
   E sè sì forsennato,
   Ch’amar vuoi sempre, e non esser amato?
   Deh risorgi Mirtillo:
   Riconosci te stesso.
   Forse ti mancheran gli amori? forse
   Non troverai chi ti gradisca, e pregi?
   Mir.M’è più dolce il penar per Amarilli,
   Che il gioir di mill’altre:
   E se gioir di lei
   Mi vieta il mio destino, hoggi si moia
   Per me pure ogni gioia.
   Viver’io fortunato
   Per altra donna mai, per altro amore?
   Nè volendo il potrei
   Nè potendo il vorrei.
   E s’esser può ch’in alcun tempo mai
   Ciò voglia il mio volere
   O possa il mio potere,
   Prego il cielo, ed amor, che tolto pria
   Ogni voler, ogni poter mi sia.
   Cor.Oh core ammaliato.
   Per una cruda dunque
   Tanto sprezzi te stesso?
   Mir.Chi non spera pietà, non teme affanno,