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Subito spenta) pallido, e tremante;
Dirà spirto immortale, hai tu ne l’alma
Il tuo solo, e santissimo ricetto.
Raro mostro e mirabile d’humano
E di divino aspetto,
Di veder cieco, e di saver insano,
Di senso, e d’intelletto,
Di ragion, e desio confuso affetto
E tale hai tu l’impero
De la terra, e del ciel, ch’à te soggiace.
Ma (dirol con tua pace)
Miracolo più altero
Hà di te il mondo, e più stupendo assai,
Però che quanto fai
Di maraviglia, e di stupor tra noi,
Tutto in virtù di bella donna puoi.
O donna, o don del Cielo,
Anzi pur di colui,
Che ’l tuo leggiadro velo
Fe’ d’ambo creator più bel di lui
Qual cosa non hai tu del ciel più bella?
Ne la sua vasta fronte
Mostruoso Ciclope un occhio ei gira,
Non di luce à chi ’l mira
Ma d’alta cecità cagione e fonte.
Se sospira, ò favella,
Com’irato leon rugge e spaventa;
E non più ciel, ma campo
Di tempestosa ed horrida procella