Pagina:Pastor fido.djvu/181

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   E se ’n peccar sì poco saggia fusti,
   Mostra almen senno in sostener l’affanno
   De la fatal tua pena.
   Drizza gli occhi nel cielo
   Se derivi dal cielo.
   Tutto quel che c’incontra
   O di bene ò di male
   Sol di là su deriva, come fiume
   Nasce da fonte, ò da radice pianta;
   E quanto qui par male,
   Dove ogni ben con molto male è misto
   E ben là sù dov’ogni ben s’annida.
   Sallo il gran Giove, à cui pensiero humano
   Non è nascosto, sallo
   Il venerabil nume
   Di quella Dea, di cui ministro i’ sono,
   Quanto di te m’incresca,
   E se t’hò col mio dir così trafitta,
   Hò fatto come suol medica mano
   Pietosamente acerba,
   Che và con ferro, ò stilo
   La latebre tentando
   Di profonda ferita,
   Ov’ella è più sospetta, e più mortale.
   Quetati dunque homai,
   Nè voler contrastar più lungamente
   A quel ch’è già di te scritto nel cielo.
   Am.Oh sentenza crudele,
   Ovunque ella sia scritta, ò ’n cielo, ò ’n terra


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