Pagina:Pavese - Dialoghi con Leucò.djvu/146

Da Wikisource.
142 dialoghi con leucò



polideute   Chi sa che faranno adesso gli Atridi per riscatto del sangue. Non è gente che sopporti un’ingiuria. Il loro onore è come quello degli dèi.

castore   Lascia stare gli dèi. È una famiglia che in passato si mangiavano tra loro. Cominciando da Tantalo che ha imbandito il figliolo...

polideute   Sono poi vere queste storie che raccontano?

castore   Sono degne di loro. Gente che vive nelle rocche di Micene e di Sparta e si mette una maschera d’oro; che è padrona del mare e lo vede solamente per le buche feritoie, è capace di tutto. Ti sei mai chiesto, Polideute, perché le loro donne — anche nostra sorella — dopo un po’ inferociscono e smaniano, versano sangue e ne fanno versare? Le migliori non reggono. Non c’è un solo Pelopida — non uno — cui la sposa abbia chiuso gli occhi. Se questo è un onore di dèi...

polideute   L’altra nostra sorellina, Clitennestra, ci resiste.

castore   ... Aspettiamo la fine, a dire evviva.

polideute   Se tu sapevi tutto ciò, come hai potuto consentire a queste nozze?

castore   Io non ho consentito. Queste cose succedono. Ciascuno si trova la moglie che merita.

polideute   Che vuoi dire? che le donne sono degne di loro? nostra sorella avrebbe colpa?

castore   Smettila, Polideute. Nessuno ci ascolta. È evidente che gli Atridi e i loro padri hanno sempre sposato la medesima donna. Forse noi suoi fratelli non sappiamo ancor bene chi Elena sia. C’è voluto Teseo per darcene un saggio. Dopo di lui l’Atride. Ora Paride frigio. Io domando: possibile che sia tutto casuale? Sempre lei deve imbattersi in simili tipi? È evidente che è fatta per loro, come loro per lei.