Pagina:Pavese - Dialoghi con Leucò.djvu/21

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(Parlano Ippòloco e Sarpedonte).

ippòloco   Eccoti, ragazzo.

sarpedonte   Ho veduto tuo padre, Ippòloco. Non vuol saperne di tornare. Passeggia brutto e testardo le campagne, e non cura le intemperie, né si lava. È vecchio e pezzente, Ippòloco.

ippòloco   Di lui che dicono i villani?

sarpedonte   Il campo Aleio è desolato, zio. Non ci sono che canne e paludi. Sul Xanto dove ho chiesto di lui, non l’avevano visto da giorni.

ippòloco   E lui che dice?

sarpedonte   Non ricorda né noi né le case. Quando incontra qualcuno, gli parla dei Sòlimi, e di Glauco, di Sísifo, della Chimera. Vedendomi ha detto: «Ragazzo, s’io avessi i tuoi anni, mi sarei già buttato a mare». Ma non minaccia anima viva. «Ragazzo» mi ha detto, «tu sei giusto e pietoso, smetti di vivere».

ippòloco   Davvero brontola e rimpiange a questo modo?

sarpedonte   Dice cose minacciose e terribili. Chiama gli dèi a misurarsi con lui. Giorno e notte, cammina. Ma non ingiuria né compiange che i morti — o gli dèi.

ippòloco   Glauco e Sísifo, hai detto?

sarpedonte   Dice che furono puniti a tradimento. Perché aspettare che invecchiassero, per sorprenderli tristi e caduchi? «Bellerofonte» dice, «fu giusto e pietoso fin