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19 la chimera



ippòloco   Ma che cosa gli manca, che cosa?

sarpedonte   Gli manca il braccio che l’ha uccisa. Gli manca l’orgoglio di Glauco e di Sísifo, proprio adesso che come i suoi padri è giunto al limite, alla fine. La loro audacia lo travaglia. Sa che mai piú un’altra Chimera lo aspetterà in mezzo alle rupi. E chiama alla sfida gli dèi.

ippòloco   Sono suo figlio, Sarpedonte, ma non capisco queste cose. Sulla terra ormai fatta pietosa si dovrebbe invecchiare tranquilli. In un giovane, quasi un ragazzo, come te Sarpedonte, capisco il tumulto del sangue. Ma solo in un giovane. Ma per cause onorate. E non mettersi contro gli dèi.

sarpedonte   Ma lui sa cos’è un giovane e un vecchio. Ha veduto altri giorni. Ha veduto gli dèi, come noi ci vediamo. Narra cose terribili.

ippòloco   Hai potuto ascoltarlo?

sarpedonte   O Ippòloco, e chi non vorrebbe ascoltarlo? Bellerofonte ha visto cose che non accadono sovente.

ippòloco   Lo so, Sarpedonte, lo so, ma quel mondo è passato. Quand’ero bambino, le narrava anche a me.

sarpedonte   Solamente che allora non parlava coi morti. A quel tempo eran favole. Oggi invece i destini che tocca diventano il suo.

ippòloco   E che cosa racconta?

sarpedonte   Sono fatti che sai. Ma non sai la freddezza, lo sguardo smarrito, come di chi non è piú nulla e sa ogni cosa. Sono storie di Lidia e di Frigia, storie vecchie, senza giustizia né pietà. Conosci quella del Sileno che un dio provocò alla sconfitta sul monte Celene, e poi uccise macellandolo, come il beccaio ammazza un capro? Dalla grotta ora sgorga un torrente come fosse il suo sangue. La storia della madre impietrata, fatta rupe che piange, perché piacque a una dea di ucciderle i figli a uno a uno,