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76 dialoghi con leucò



mente umano. Nella sua solitudine tortuosa è come l’immagine di quel dolore che ci scava. Un dolore che è come un sollievo, come una pioggia dopo l’afa — silenzioso e tranquillo, pare che sgorghi dalle cose, dal fondo del cuore. Questa stanchezza e questa pace, dopo i clamori del destino, son forse l’unica cosa che è nostra davvero.

mendicante   Un giorno non c’eravamo, Edipo. Dunque anche le voglie del cuore, anche il sangue, anche i risvegli sono usciti dal nulla. Sto per dire che anche il tuo desiderio di scampare al destino, è destino esso stesso. Non siamo noi che abbiamo fatto il nostro sangue. Tant’è saperlo e viver franchi, secondo l’oracolo.

edipo   Fin che si cerca, amico, allora sí. Tu hai avuto fortuna a non giungere mai. Ma viene il giorno che ritorni al Citerone e tu piú non ci pensi, la montagna è per te un’altra infanzia, la vedi ogni giorno e magari ci sali. Poi qualcuno ti dice che sei nato lassú. E tutto crolla.

mendicante   Ti capisco, Edipo. Ma abbiamo tutti una montagna dell’infanzia. E per lontano che si vagabondi, ci si ritrova sul suo sentiero. Là fummo fatti quel che siamo.

edipo   Altro è parlare, altro soffrire, amico. Ma certo parlando, qualcosa si placa nel cuore. Parlare è un poco come andare per le strade giorno e notte a modo nostro senza mèta, non come i giovani che cercano fortuna. E tu hai molto parlato, e visto molto. Davvero volevi regnare?

mendicante   Chi lo sa? Quel che è certo, dovevo cambiare. Si cerca una cosa e si trova tutt’altro. Anche questo è destino. Ma parlare ci aiuta a ritrovare noi stessi.

edipo   E hai famiglia? hai qualcuno? Non credo.

mendicante   Non sarei quel che sono.

edipo   Strana cosa che per capire il prossimo ci tocchi fuggirlo. E i discorsi piú veri sono quelli che facciamo per