Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/119

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Fuori accendo, e troviamo le donne che portavano l’acqua alle bestie con un mastello. Una sembrava giovane e andava scalza, ma era piú nera e piú spessa di Talino. Tenevano il mastello, una mano per una, e correvano piegate per non sentire il peso e ridevano come fanno le donne. La piú grande si ferma e fa fermare L’altra e dice a Talino: — Da’ una mano a tua sorella.

Allora vengo avanti e faccio per prendere io il manico che aveva lasciato. Talino fa un salto e dice: — Tu sei il macchinista, e mi scarta abbrancando il mastello. Se ne vanno Talino e la piú giovane, ridendomi dietro, e noi restiamo davanti alla stalla.

— Se la bevono tutta? — dico all’altra sorella. — Salute! Non ne avete un bicchiere per me?

Allora il vecchio fece segno alla donna, che se ne andò di mala grazia per la stalla e ritornò con la bottiglia del vino dentro un secchio. Mentre aspettavo, i ragazzi mi guardavano la sigaretta, e uno mi faceva il verso con la mano.

Il vecchio dice: — Mi chiamo Vinverra, — e riempi tre bicchieri. Prima di riempirli li tuffava nel secchio e buttava via l’acqua sull’aia. I ragazzi guardavano.

— Talino, vieni a bere, — grida il vecchio.

Talino correva dietro a quella diavola nella stalla. Sento che si abbrancano e ridono. La sorella va sulla porta e li chiama. Quando ci siamo tutti e tre, il vecchio mi dice: — Al piacere, e tracanna e poi butta la goccia per terra. Io e Talino beviamo piú adagio, Talino rideva; era fresco e un po’ brusco, un’acquetta, e mi fece ballare negli occhi tutta la collina e mi viene in mente che l’incendio di Talino era stato lassú.

— Vi siete messi d’accordo? — dice Talino col bicchiere in mano.

— Non c’era bisogno di tante parole, — fa il vecchio, — tu sei sempre il piú intero.

Poi mi portano a cena, e mi dànno il minestrone in una stanza che sembrava in cantina. Mangiavamo ch’era quasi scuro, e tra donne e bambini si masticava anche le mosche. I bambini facevano mucchio per terra con la scodella sulle ginocchia. La pietanza di noialtri era il vino.

Le ragazze bevevano meglio di me. Ce n’era quattro. Sento che chiamano Miliota quella che aveva portato da bere alle bestie. Con vent’anni aveva la pelle di un uomo a quaranta, e faceva venire


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