Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/153

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— Ma cos’hanno stasera, — dico a Talino. — Sono peggio delle mosche, stasera.

— Donne, — risponde lui, — donne.

Era seduto per terra in modo che guardava nel cortile, e a un lampo di caldo gli vedo una faccia come quand’era in prigione. Nel cortile i bambini acchiappavano le lucciole, e i piú piccoli gridavano. Un bel momento Talino diventa feroce e grida lui. Tutti si fermano. Anche Gisella che parlava con la vecchia.

— Ebbene adesso?

— Lasciate ascoltare, — dice Talino nei denti, — vagabondi che siete, lasciate ascoltare.

Si sente il buio e il respiro del vecchio. Si sente dall’aia che il cane fa un salto. Poi si sentono i grilli. Una bambina fa un passo, e Talino bestemmia.

— Carolina, ti ammazzo.

— Sta’ ferma, — dice Vinverra, — cosa c’è, Talino?

Parlavano basso, e senza rumore i bambini sgombravano il cortile, venivano verso la porta. Per un po’ sto a sentire, poi dico a mezza voce a Nando: — Gli è di nuovo scappata una capra?

Scappa da ridere alle ragazze, e Talino si volta imbestialito e ci fa gli occhi, ma allo scuro non si vedevano bene.

— Avrà sentito tossire alla Grangia, — dice Gisella.

Parlavano tutti, anche la vecchia. — Ridete, — diceva Talino in piedi con la schiena al muro, — ridete, ma tu Gisella se non ci pensa Rico ci penso io.

— Allora pensaci prima di notte, — ribatte Gisella, — perché Rico ti cerca e lo sa che sei tu. Non è mica un carabiniere Rico. Con me ha già fin parlato e non ce l’ha con noi. Ce l’ha con te perché ti ha visto.

— Cosa ha visto?

— Ti ha visto.

— Chi ha visto? Sei tu che hai parlato, bastarda di una bastarda, che se ti prendo ti ammazzo.

Allora si mette a gridare Vinverra, e tanto gridava che si alza l’Adele come una vipera e li maledice perché le avevano svegliato il bambino. Tendiamo l’orecchio per sentire se piange, e per un po’ è solo notte, coi lampi e coi grilli, poi di colpo si leva una voce di là dal cortile, una voce di testa, da matto o da donna, che fa un urlo lungo e finisce, e il cane si sveglia e diventa matto.


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