Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/295

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li avrebbe proibiti. Allora gli chiesi perché veniva al mare: poteva starsene in città dove gli ombrelloni non c’erano.

— Fra poco viene il sole, — disse, torcendosi a guardare la montagna.

Tacemmo per un po’, nel silenzio appena frusciante.

— Si ferma molto? — mi chiese. Gli dissi che non sapevo, e guardai un’altra volta al largo. Un punto nero s’intravedeva. Berti guardò anche lui e mi disse: — È il suo amico. Era sulla boa quando sono arrivato. Come nuota. Lei nuota?

Dopo un poco buttò la sigaretta e si alzò. — Oggi è in casa? — disse. — Ho da parlarle.

— Mi puoi parlare anche adesso, — dissi, levando gli occhi.

— Ma lei aspetta gente.

Gli dissi di non fare lo scemo. Che cos’erano? lezioni?

Allora Berti tornò a sedersi e si guardò le ginocchia. Cominciò a parlare come un interrogato, ogni tanto incantandosi. Disse in sostanza che si annoiava, che non aveva compagnia e che sarebbe stato molto molto contento di discorrere con me, di leggere insieme qualche libro — no, non lezioni — ma di leggere come avevo fatto qualche volta a scuola, spiegando e discutendo, insegnandogli molte cose che sapeva di non sapere.

Lo sbirciai di mala voglia e incuriosito. Berti era di quei tipi che vengono a scuola perché ce li mandano e quando parli ti guardano la bocca con gli occhi gonfi e seccati. Adesso, nudo e abbronzato, si abbracciava le ginocchia e sorrideva inquieto. Chi sa, mi venne in mente, questi ragazzi sono i piú svegli.

Se ne andò che la testa di Doro era quasi a riva. Si alzò bruscamente e mi disse «arrivederci». Tra le cabine cominciavano a passeggiare altri bagnanti, e mi parve che corresse dietro a una gonnella che scantonò fra le cabine. Ma ecco che Doro usciva dall’acqua, chino come a una scalata, liscio e gocciolante, col capo lucido sotto la cuffia che lo rendeva tutto atletico. Si fermò barcollando davanti a me e trafelava; sotto lo sterno e le costole aveva ancora i sussulti del nuoto. Irresistibilmente pensai a Guido, a quel discorso della sera prima, e mi sfuggí un sorriso vago. Doro, strappandosi la cuffia, brontolò: — Che c’è?

— Niente, — risposi. — Pensavo a quel bel tipo di Guido che sta ingrassando. Vale la pena di non sposarsi!

— Se tutte le mattine facesse una nuotata di un’ora, divente-


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