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capitolo secondo 121



CAPITOLO III.


Pellegrino Bossi ambasciatore francese a Roma..


(Periodo franco— italiano 1846-1848).


Il giorno 14 giugno dei 1846, quarantanove dei sessantadue Cardinali di cui si componeva il Sacro Collegio alla morte di Gregorio XVI, si raccoglievano in conclave al palazzo pontificio del Quirinale, per la elezione del nuovo Papa1.

Nessuno avrebbe saputo dire perchè a quel conclave ciascuno attribuisse una straordinaria importanza, perchè a quella elezione tutti sentissero connessa una gravità eccezionale, ma pure quasi tutti gli uomini coscienti di Roma, dello stato pontificio, d’Italia sentivano istintivamente tutto ciò.

Le condizioni morali della politica - già lo accennai - erano tali che denotavano un vigoroso risveglio delle coscienze, un formicolio primaverile di sangue nelle vene delle popolazioni, e l’aria sembrava circolare tutta impregnata delle fervide aspirazioni degli Italiani a un civile rinnovamento, a un nazionale risorgimento.

Le idee diffuse dagli scritti della scuola, che fu detta riformista, specialmente quelli del Gioberti e del Balbo, erano penetrate in molte coscienze; e il Primato morale e civile degl’Italiani in cui era inclusa l’apoteosi della Chiesa cattolica e del Papato, aveva infuso — quasi inconsapevolmente e senza che nep-

  1. Avverto qui che, non essendo, in questo volume, mio ufficio, non è neppure mio intendimento di narrare la storia della rivoluzione romana, da altra parte ben risaputa e, aggiungerei, nota a tutti, se non sapessi, pur troppo, che a gran parte della nostra gioventù essa è quasi completamente ignota. Della storia, dunque, di quei rivolgimenti italiani del triennio 1846-1849 io accennerò, qui, solo quel tanto che sia indispensabile alla chiara intelligenza della parte che il Conte Pellegrino Rossi prese a quegli avvenimenti. nel turbine dei quali si svolse l’azione degli ultimi due anni e mezzo della sua vita.