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capitolo quarto 201

modo di assestare gli ordini politici dell’Italia; il genio pratico ed il genio speculativo camminavan di pari passo, il primo confermava coi precetti della esperienza le divinazioni del secondo»1.

L’estimazione in che il Gioberti teneva la persona e l’alta mente del Rossi era tale e tanta che, partito di Roma per raddursi in Piemonte e passando per la Lunigiana, si soffermò a Carrara, ove, invitato a parlare, tessè il 12 luglio a quei cittadini uno splendido discorso apologetico intorno all’ingegno, alla vita, alla sapienza civile di Pellegrino Rossi2.

Il quale, nel sopravvenir della state, si allogò in una casetta di campagna a Frascati e là scrisse, indirizzate alla Contessa Teresa Guiccioli, quella che era stata intima di Giorgio Byron, tre Lettere di un dilettante di politica sopra l’Alemagna, la Francia e l’Italia, di grande valore pel sapiente contenuto e per la splendida forma. Di quelle lettere, altamente lodate da molti scrittori del tempo e che non furono pubblicate per intero, il Farini riferì parecchi importanti frammenti che ne rivelano la opportunità, il patriottico ardore e la sagacia degli intendimenti.

Parlando dell’Italia, dopo averne rammentati i dolori e l’oppressione, dopo averla salutata viva e risorgente come la Grecia, dopo avere affermato che se i suoi figli sapessero essere saldi e concordi, essi, e da soli, basterebbero a scacciare per sempre l’odiato straniero, si domanda: «Ma saranno essi gl’italiani ad un tempo valorosi e assennati? Valorosi, ne son certo; assennati può dubitarsene». Quindi l’illustre statista aggiungeva: «Tre moti ben diversi agitano l’Italia: giusto l’uno, santo l’altro, pazzo il terzo, e che porrà tutto in rovina se non si reprime.

«Il primo è il moto politico. L’Italia non vuol più più governi assoluti, paterni o no: chè anche i paterni sono, per la natura delle cose, stupidi ed iniqui, se sieno assoluti.

«Quel primo moto, se l’Italia fa senno, è ormai compiuto. Le costituzioni di Napoli, Torino, Firenze e Roma han ricon-

  1. G. Massari, op. cit., pag-. 115; O. Raggi, disc, cit., pag. x.
  2. V. Gioberti, Operette politiche, nei Documenti della guerra santa d’Italia, Capolago, tipografia Elvetica, Torino, libreria Patria coeditrici, 1851, Discorso ai Carraresi, pag. 150 e seg.