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capitolo quinto 275

La piazza era quasi piena di uomini di ogni età e di ogni condizione1. Nobili, borghesi, plebei, possidenti, avvocati, insegnanti, notai, commercianti, esercenti arti e mestieri, di tutto un po’. V’erano liberali moderati, progressisti, democratici, demagoghi e clericali. Numerosissimi i cittadini in divisa di civico; una sessantina di reduci vicentini in divisa di legionarii, qualche tiragliolo, qualche dragone, qualche ufficiale e qualche sott’ufficiale di linea, otto o dieci carabinieri e sedici agenti di polizia, aggirantisi, a due a due, silenziosi, nei dintorni della Cancelleria, verso le vie del Pellegrino, dei Baullari, verso il vicolo dei Leutari, verso il Campo dei Fiori e, tornanti, di tanto in tanto, verso la piazza.

Sul portone del palazzo della Cancelleria, a destra e a sinistra, stavano due sentinelle civiche; nell’atrio, affollatissimo, si agitava un grosso manipolo di legionari vicentini, nel cortile e nelle gallerie superiori moltissime persone o in borghese o in divisa; le tribune pubbliche, che, per il nuovo assetto dato all’aula dal ministro Rossi, erano riuscite assai ristrette - il che gli era stato già e gli era, anche quel giorno, imputato a colpa ed era addotto come prova del suo spirito reazionario - le tribune pubbliche erano rigurgitanti di spettatori.

Di tutta quella gente che si addossava entro il palazzo e nella piazza della Cancelleria e nei dintorni, e che avrà formato, probabilmente, una moltitudine di quasi tremila persone, quasi tutte del sesso maschile, rarissime lo donne, due terzi e più — per tutte le ragioni già addotte ed esaminate — erano ostili al Rossi; appena appena l’altro terzo si componeva di quei curiosi, senza colore e senza ferme opinioni, che formano la turba degli indifferenti. Di favorevoli, o almeno, di propensi a Pellegrino Rossi, ve ne erano pochissimi; e questi, se lo erano in cuor loro, non avrebbero avuto, in quell’ambiente e sotto quella temperatura, il coraggio di manifestarsi.

Quasi tutti parlavano e disputavano intorno alla prossima discussione e si scambiavano le previsioni intorno alla lotta par-

  1. La descrizione che segue del dramma svoltosi al palazzo della Cancelleria non è retorica ed io non pretendo nemmeno che sia artistica; essa è storica, cioè composta di elementi, di indicazioni, di circostanze coscienziosamente estratti, e non col metodo Laurenti, dagli atti del processo: non v’ha in essa una sola particolarità che non sia veramente provata.