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mera occupata dal Ceccarini nell’ospedale di San Giacomo1. Ottenuto il permesso e eseguita la perquisizione, si rinvennero nella camera del giovane chirurgo molti oggetti d’oro, spille, braccialetti, orologi, anelli, lettere in italiano, in francese e in inglese e uno stocco lungo un palmo circa.

Il 24 il giudice processante esamina Giovanni Furiani del fu Marco, di Assisi, sartore o inserviente dell’ospedale di San Giacomo, il quale fu uno dei testimoni alla perquisizione nella camera del Ceccarini e depone, gli studenti addetti all’ospedale sopra indicato essere stati ed essere ancora tutti caldi rivoluzionari. Non crede ciò che disse lo studente dottor Savorani che tutti quegli oggetti d’oro fossero stati depositati presso il Ceccarini dal console americano. Afferma che il Ceccarini più volte asserì essere lui amico dello Sterbini e del Mamiani. I dottori sostituti Savorani, Donni, Bis, Laurenzi, Mazzoni, Barilocci e Corsi fecero grandi feste dopo l’uccisione del Rossi, perchè tolto l'ostacolo al trionfo della repubblica. Non ricorda se vi partecipasse anche il Ceccarini: sa che tutti il 16 novembre presero il fucile e andarono a Monte Cavallo; e, dopo, si trovò che il Corsi aveva guasto un dito e lo portò molti giorni fasciato, vantandosi di esserselo ferito nel rompere i cristalli, per entrare nell’appartamento del Cardinale Lambruschini. Afferma che il 15 novembre, a mezza mattinata, il Corsi e il Pestrini uscirono vestiti da legionari, armati di fucile e ventriera, e dissero che in quel giorno bisognava vincere o morire2.

E per sempre meglio dimostrare che la Direzione generale di polizia e, per essa, il Capitano Galanti faceva in quel processo una istruttoria segreta, ecco che, la domenica 27 gennaio, sopra quella semplice ed unica deposizione di quell’inserviente Furiani - giacchè prima di quella non avvi negli atti che io esamino una sola parola che accenni ai giovani chirurgi Pestrini e Corsi - ecco un’ordinanza del giudice Cecchini che comanda l’arresto del dottor Cesare Pestrini e del dottor Luigi Corsi3.


  1. Anche per chiamare innanzi a sè o preti o frati il giudice processante è costretto a chiederne prima il permesso all’Eminentissimo Cardinal Vicario, che, in nome e rappresentanza del Papa, aveva su di essi speciale inviolabile giurisdizione.
  2. Processo, deposizione Furiani, foglio 462 a 471.
  3. Processo, ordinanza Cecchini, foglio 536 a 514.