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capitolo settimo 361

romano, di 34 anni, Gesualdo Andreani fu Domenico, nativo di Iesi, d’anni 37, e Benedetto del fu Pellegrino Bracucci, romano, d’anni 59, tutti agenti di polizia di servizio in pattuglia a piazza della Cancelleria il 15 novembre, tranne il primo che era di servizio a piazza Montanara.

Intorno ai particolari della uccisione del Rossi questi testi nuovi non adducono nuova luce: anzi le loro deposizioni sono incomplete, perchè, non essendo penetrati nel portone e nell’atrio, poco videro od udirono. Il processante interroga quei tre agenti di polizia per apprendere i nomi dei legionarii, che ciascuno di essi, per combinazione o per effetto dell’ufficio da essi esercitato, avesse conosciuto.

Di fatti uno di quegli agenti, il Tibaldi, dice di aver sentito dire che fosse tra quei legionarii l’ufficiale Grandoni, che si dava moto fra quei gruppi, ma lui non ricorda di averlo veduto; due, il Tibaldi stesso e l’Andreani, riconobbero, fra quei reduci di Vicenza in divisa, lo scultore o musaicista romano Alessandro Todini e lo scultore romagnolo Angelo Bezzi; il Bracucci riconobbe fra quelli Felice Neri, il quale, dopo che il Rossi era stato colpito, alzava le mani in sul portone, verso la folla, gridando: Quieti, zitti, non è niente; tutti tre poi attestano che due legionarii erano appostati all’angolo dei Baullari e che di là si staccarono, correndo verso il portone del palazzo, per avvertire i compagni dell’imminente arrivo della carrozza del ministro1.

Fra questi esami è interpolato il verbale di riconoscimento degli oggetti militari e delle carte sequestrati al Grandoni: fra cui tutti i registri e le lettere riguardanti la legione reduci da lui esattamente conservati. Fra quelle carte vi hanno anche quelle concernenti l’ufficio di consigliere municipale di Roma, cui il Grandoni era stato eletto dal voto popolare. Fra quelle lettere una ve n’era, assai onorevole pel Grandoni, nei tempi passati, ma che ora, avanti al giudice processante, diviene un terribile capo di accusa contro di lui e che il Cecchini riproduce in atti e che io pure riproduco in queste pagine.


  1. Processo, deposizioni Claudi, Tibaldi, Andreani e Bracucci, foglio 669 a 761.