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122 MARIO RAPISARDI

la speranza che essi cambiino natura e diventino uomini, ma per stigmatizzare inesorabilmente ogni loro crudeltà e per incitare i popoli a disfarsi in qualsiasi modo di coloro che per grazia di Dio dissanguano e corrompono il genere umano.


XX.


O idealisti e apostoli generosi della indipendenza, della italianità di Trieste, dice l’esempio vostro animoso che la libertà non si ottiene ma si conquista, che un popolo cosciente che se ne sta tranquillo sotto il giogo straniero senza dare, in mezzo secolo, un solo di quei possenti fremiti che fan tremare gli oppressori, mostra che il giogo non gli pesa troppo, che la agevolezza procuratagli da una tirannide astuta gli son più care delle battaglie ardimentose per l’Ideale, la prosperità materiale e presente dei commerci più desiderabile e proficua dell’abbracciamento materno.


XXI. 1


Ai giovinetti che si accingono a purificare le anime pargolette nei puri lavacri della Scuola Moderna non sarà inutile rammentare il fischio solenne lanciato da un sognatore impenitente di

  1. Per un numero unico a cura del Circolo razionalista di Ginevra, nel 1. anniversario dell’uccisione di Francisco Ferrer.