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PREFAZIONE XI

Le cinque poesie, che io qui riporto, tutte mirabili per semplicità greca di movenze, per maschia esuberanza di sentimento, furono così ordinate e corrette da Lui, che ebbe in animo di includerle nell’edizione definitiva della sua opera poetica. Le aveva chiuse in un foglio con sópravi la indicazione autografa: «Dopo la Francesca da Rimini — Odi civili. 1862-1865». Forse il timore che avrebbero potuto guastare l’euritmia del Volume lo ritenne dal ristamparle, e per la stessa ragione io non seppi per esse trovar posto fra le «poesie postume», credendo più acconcio

    siano, che la natura m’ha date, e sempre nel campo dell’arte letteraria, che per me non è mestiere, nè passatempo. Se queste mie opinioni s’incontrano qualche volta e per puro caso con le opinioni del prossimo, me ne rallegro tanto; se no, salute. A me non importa far proseliti; penso e scrivo, e ai pensieri e agli scritti m’ingegno conformare la vita: ecco tutto. Chi da un fortuito incontro di opinioni argomentasse in me tale abnegazione da prestarmi gentilmente, come fanno i cantanti, a totale beneficio delle sue idee orfane e degli ospizi marini, in cui altri cura la rachitide dei suoi marmocchi apostolici, s’ingannerebbe. Se ho dato qualche volta il mio nome a qualche pubblica manifestazione civile, cedendo ad uffici ed istanze di amici troppo teneri di me, esperienza vecchia e motivi no-