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dal cambiare quest’area con altra che paresse più idonea, quando il Governo manifestasse la volontà di risolvere la questione.»

Pochi giorni dopo, il 4 Gennaio 1890, il Sindaco scriveva nuovamente al Ministro della Pubblica Istruzione per fargli intendere quanto sarebbe stato facile superare l’ostacolo della spesa, addotto come motivo degli indugi; e ripeteva che il Comune si sarebbe pure assunta la cura di ottenere da un Istituto di credito l’anticipazione del denaro.

Replicavasi l’8 Gennaio dal Ministro della Pubblica Istruzione, annunciando che egli aveva ordinato all’ingegnere Mansueti di tornare un’altra volta a Firenze, per intendersi definitivamente col Sindaco e col Prefetto della Biblioteca Nazionale comm. Chilovi sulla scelta dell’area.

«Quando ciò sia stato effettuato, dichiarava apertamente lo stesso onorevole Ministro, e dopo compilato un progetto di massima dell’edificio da costruirsi sulla nuova area, e determinatane la spesa approssimativa, si avrà una base sulla quale proseguire le pratiche necessarie per conseguire lo scopo: al che io mi adoprerò col massimo impegno, e spero che non sarà troppo difficile di riuscirvi.»

Tenevasi il 30 Gennaio 1890 una conferenza fra il Sindaco, l’ing. Mansueti e il comm. Chilovi. Il Conte Guicciardini insisteva per la concessione del lotto N. 17; sostenendo che possedeva tutti i requisiti più adatti per l’indole del nuovo edificio.

Ma, scrivendo al Ministro Boselli, lo stesso onorevole Sindaco diceva, il 2 Febbraio 1890:

«Quando il Governo assolutamente insistesse, per escludere quest’area e per occupare l’area segnata coi