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Ci sono molti giorni di festa in Egitto. Uno di quelli ricorre in primavera, ed è chiamato Shemm o Neseem, cioè sorriso dell’aria o dello zeffiro. In quel giorno le famiglie escono dalle città per andare in campagna; un altro è il Wefa en-Neel, o abbondanza del Nilo, e ricorre appunto quando il fiume è tanto alto da inondare le campagne. Quella cerimonia si fa al Cairo, ed i genitori conducono i loro bambini a vedere la Fidanzata del Nilo, e la barca ornata di nastri che le è ancorata vicino.

La Fidanzata del Nilo è un pilastro di terra, che sta invece della ragazza che si soleva sacrificare in antico, e la barca rappresenta quella nella quale era posta la vittima destinata a perire. Durante la notte sparano ogni quarto d’ora dalla barca un colpo di fucile, e di tanto in tanto incendiano un fuoco d’artifizio.

I bambini sonnecchiano prima che la cerimonia sia finita, e non si distinguono più i loro occhi neri, nascosti sotto le palpebre abbassate. Si metteranno subito le mani al cuore e s’inchineranno (questa è la forma del loro saluto) per tornare a casa.

Le bambine hanno quasi sempre dei nomi con grazioso significato, come Gazzella, Fiore, Principessa; i ragazzi si chiamano spesso Gergos (Giorgio). Un uso strano si trova in Egitto rispetto ai nomi. Si accendono tre candele di cera; ognuna di esse è chiamata col nome di un santo; il nome di quella di esse che brucia più a lungo, è il nome che porterà il bambino.

Parliamo ora dei collegi e degli altri istituti di educazione che vi sono in Egitto.

Il più grande collegio del mondo, addetto a una moschea, è quello del Cairo. Si chiama Azhar e contiene 12,000 studenti e 352 scheiks, o professori. Quella parola significa