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lasciato in mezzo al ghiaccio, perisce e la madre crede di averlo così preservato dal morir di fame, cosa secondo lei più orribile di ogni altra.
Qualche volta quando un bambino è esposto così, viene raccolto da un estraneo che lo adotta, e il piccino, divenuto adulto, passa la vita in uno stato molto simile alla schiavitù. Nonostante ciò, i viaggiatori che hanno visitato quelle regioni ci dicono che le madri sono realmente affezionate ai loro figli.
Quando i bambini e le bambine contano più di dieci anni si tengono divisi gli uni dalle altre; a nessun ragazzo è permesso di stare in compagnia delle donne, se prima non ha ucciso un cervo e dato prova di coraggio.
Penetriamo in una capanna di eschimesi della Groenlandia; la capanna pare un grande alveare; all’interno, sulla neve gelata sono distese molte pelli di animali, che servono di sedili e di letto. Una lampada di pietra è sospesa al soffitto; in quella lampada si brucia olio di foca e serve ad illuminare e a far da cucina. I bimbi e le bimbe rimangono rinchiusi in quella capanna durante il lunghissimo inverno, e con i loro giuochi rompono la monotonia della vita uniforme, che la famiglia è costretta a fare. Finalmente comparisce il sole ed i ghiacci si rompono.
Appena possono, gli uomini vanno a caccia anche durante l’inverno alla luce dell’Aurora Boreale, poichè nelle regioni vicino al polo il sole non si mostra per lungo tempo e su quei ghiacci splende solo la luce dell’Aurora Boreale.
Quando i piccoli groenlandesi escono, sono portati sulla schiena dalla madre o trascinati in una slitta e nutriti di pesce gelato o di foca. Quando cresce, il ragazzo eschimese impara a dar la caccia agli uccelli con le trappole, e il