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Fintanto che il bestiame resta nei pascoli bassi, i ragazzi che abitano le valli, pregano ogni tanto i genitori di condurli a fare escursioni nelle montagne.
Essi prendono seco le provvigioni: un paio di bottiglie di buon vino per timore che il fresco e la dieta del latte non giovi loro, e fanno delle merende allegrissime nei monti; quando il bestiame sale ai pascoli più alti, queste visite cessano, e i guardiani del bestiame non hanno più nulla che li disturbi dal preparare burro e cacio.
La fabbricazione del cacio è importantissima in Isvizzera; e nel Valais, per esempio, si calcola la ricchezza di un uomo dal numero di caci che possiede.
— Mio padre è un uomo ricco di caci — dice un ragazzo ad un altro. Ricco di caci significa ricco come Creso.
— Quanti caci ha? — domanda l’altro.
— Tanti e tanti, perchè ne abbiamo fatto appunto una grande quantità.
— Sciocchezze! — risponde il ragazzo con un sorriso di sodisfazione. — Mio padre ne ha una grande quantità in ogni giorno dell’anno, e alcuni dei suoi caci hanno cento anni. —
Un uso curioso nel Valais è quello di fabbricare alcuni caci quando nasce un bambino, di non toccarli finchè vive e di tagliarli soltanto al banchetto funebre. Un ricco serba il vino come il cacio per il giorno dei suoi funerali. Un bicchiere di questo «vino della morte» è posto sulla bara, quando si avvicinano gl’invitati. Uno di essi prende il bicchiere in mano, lo accosta alla bara, e lo beve all’incontro col suo amico nel mondo di là.
— Au revoir! — dicono gli altri.
Se muore un bambino, è portato alla sepoltura in una bara scoperta, sulle spalle di altri bambini, ed i suoi vestiti sono regalati al bambino più povero del villaggio.