Pagina:Pertusati Teodoro Della scienza e di Cesare Beccaria 1870.djvu/10

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che si vantaggiassero, niuno è che ignori; additata la via, era assai diminuita la difficoltà dello scoprire il vero: Proteo era incatenato, egli dovea rivelarci i suoi oracoli misteriosi. L’alleanza che venne stretta fra le Fisiche e le Matematiche fu una delle precipue cagioni di bene: Newton ne faccia prova. Il quesito della filosofia, tante volte e tanto a lungo discusso, ripresentossi alle menti umane come nuovo, i più eletti ingegni vi si misero attorno con inusato fervore, e tutti tentaronsi i novelli aditi che la riforma cartesiana aveva aperto. Sciaguratamente i nuovi studi fecero riprova delle gravi difficoltà che rinviene l’intelletto nello scoprire l’ultime ragioni delle cose. Furon vari gli errori, e, fra i più deplorevoli, quello di coloro che, affidandosi puramente all’esperienza, la vita intellettiva e morale dell’uomo tutta racchiudevano nella sensazione animale. Dagli insegnamenti di Locke e di Condillac logicamente deducendo, Hume dovea trarre lo scetticismo, Elvezio la negazione dell’ordine morale, onde, siccome si esprime Turgot «sparse a larga mano il disprezzo ed il ridicolo su ogni sentimento onesto e su tutte le virtù private» 1; infine D’Holbach «riusciva a comprovare, e saggiamente lo osserva Ritter2, l’impotenza de’ principi naturali a soddisfare le imperiose aspirazioni della ragione».

Dolorosa legge dell’umano intelletto che il bene ed il vero non si possono guari ottenere, se non dopo

  1. A M De-Condorcet. Cousin Philos. sensualiste. Paris 1856.
  2. Histoire de la Philos. mod. Liv. V. cn. II.