Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/95

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sentimento, e non già dalle ciance d'un pazzo volgo. Or perchè tanto ti crucci? ammisurati seconda la tua natura, e sarai ricco. E già un tempo lo eri; ma divenirlo, secondochè gridano le popolari credenze, ti sarebbe impossibile; perchè chi aspira a tesoreggiare non dice mai basta, e l’animo è trascinato dalla cupidigia a desiderii infiniti. Non rammenti come ad altra stagione ti fosse bello lo spaziare qui e colà nella tua solinga campagna; ed ora adagiato sul verde de' prati ascoltare il mormorio d’uno zampillante ruscello, ora, sostando sull’aperto de’ colli, trascorrere d’ogni intorno coll’occhio la sottoposta pianura; e quando tra l'ombre d’un’amena valle, avvinto in dolce sonno, godere del sospirato silenzio; senza che inoperosa se ne rimanesse la mente, la quale sempre ravvolgeva in sè qualche alto argomento; ned eri mai solo, ma in compagnia delle muse, a sembianza di quel vecchio di Virgilio:

Il generoso spirito era pari
De’ regi alle ricchezze. E a tarda sera
Tornando alla capanna, in sulla mensa
Largameate imbandia non compri cibi.

Ed allorchè in sul tramonto t’avviavi alla rusticana casetta, a cuore contento, non eri tu il più ricco e felice d'ogni mortale?