Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/175

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scere, perocchè, oltre all’aver raccolto contro il politeismo spirante le imaginazioni avide di nuova fede, aveva sostenuto il principio democratico. Aveva predicato la comunione dei beni e l’emancipazione dello schiavo, aveva personificato il popolo fino allora senza esistenza legale, ed elevato il povero e l’oppresso coronandolo nella sua umiltà di un’origine reale attinta ai tempi più remoti. Dominata la concorrenza del paganesimo, il cristianesimo falsò il dogma dell’uguaglianza e si unì all’imperio per soffocare la democrazia. La tendenza a concentrare l’autorità religiosa e civile erasi nella chiesa manifestata assai precocemente. Questo adulterio delle dottrine di Cristo provocò solenni e speciose proteste; ed il pelagismo rivendicò i diritti della libertà umana, piegata sotto il giogo della autorità divina: l’arianismo rappresentò la libertà individuale. Incontrato resistenza, il cattolicismo si rese aggressivo straniero all’Italia: esso vi si era trapiantato senza punto cangiar di natura: e l’Italia gli deve tutti i suoi mali. Con Costantino infatti diseredò Roma, e percosse il vecchio spirito repubblicano che malgrado la decadenza, traspariva sempre sotto la semplicità del regime militare, l’elezione dei consoli, e la municipalità libera: con la traslocazione dell’impero, l’oriente, culla del cristianesimo, riebbe la dominazione generale, annichilò Roma, gittò l’occidente nel rango dei barbari e dei popoli conquistati. Il papato aveva creduto, con questa evoluzione, restar padrone del campo e rimpiazzare il grande vuoto che la sparizione di Roma lasciava nell’universo. I popoli ricusarono farsi complici dell’attentato. Laonde Carlomagno restituì la supremazia alla razza occidentale della civiltà romana solidare, ed