Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/93

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di rallentare qualunque entusiasmo nei suoi sudditi, permettendo loro di tutto sperare e nulla fare. Ed il re di Napoli promise che avrebbe fatto sorgere presto un’occasione per richiamare la flotta ed il corpo di armata che il ministero Troya si era affrettato a far partire; e se non avesse potuto rallentarne la marcia ne avrebbe adulterato lo spirito. In effetti il ministero, mentre le negoziazioni della federazione pendevano, per dimostrare la sua decisione, aveva senza perder tempo incontanente spedita la flotta nelle acque di Venezia sotto il comando dell’ammiraglio de Cosa, formato un corpo di dodicimila uomini di truppa eccellente, e l’aveva diretta verso Bologna per farla subito entrare in campagna. La scelta del generale in capo della spedizione era stata lungamente discussa. Vi era chi proponeva il Filangieri: ma la natura dubbia e versatile di quell’uomo mise in sospetto la più parte dei liberali, i quali d’altronde credettero dare un pegno di affetto e di simpatia al generale Guglielmo Pepe, venuto di fresco da Francia, chiamandolo a capitanare quella spedizione. E fu questo un giusto tributo che rendevasi alle virtù cittadine e militari di un martire illustre della libertà; ma assente per ventotto anni di esilio dalla sua patria e nuovo affatto nella famiglia militare, tanto attaccata alla gerarchia, egli doveva incontrare gravi difficoltà e dolori nell’assumere il posto cui veniva eletto dalla nazione. L’esito comprovò la verità di questi timori.

25. Mentre provvedeva alla grande opera d’Italia, l’organizzazione interna non era trascurata dal ministero. Esso aveva cominciato da qui. — La Costituzione era nata rachitica, o per meglio dire non vitale. Era