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anche dei doni di Filippo, ella aveva messo insieme un gruzzoletto e si era presentata all’aguzzino in capo della prigione per comperargli la visita che veniva a fare a Gabriele. Il carceriere consentì e le fece attendere Gabriele nella sua camera.
Gabriele entrò.
Concettela, pallidissima, tremava come un giovane pioppo sotto i buffi del vento. Restò un istante indecisa innanzi a Gabriele che sembrava di ghiaccio. Poi d’un tratto, ella si gettò nelle braccia di lui e vi cadde svenuta, gridando in mezzo ai singhiozzi:
— A te, per tutta la vita.
— Per tutta la vita! ripetè Gabriele: sovvientene!