Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/420

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XXVI.

Peste sia degli artisti!


Don Gabriele era arrivato alle dieci del mattino, quel giorno stesso che doveva terminare in modo così lugubre per Bambina. La diligenza aveva anzi guadagnato due ore sui suoi arrivi abituali. Mettendo piede sul bel lastricato di Napoli, al Largo del Castello, una cosa colpì l’ex-giocoliere di pupazzi.

Ma, ritorniamo un passo indietro.

Il dottor Bruto, fulminato dalla morte terribile della sua fidanzata nel boudoir della regina Urraca, aveva fatto giuramento di non ammogliarsi. Aveva poi violato quel giuramento per una vecchia di sessant’anni, la marchesa di Tregle. Questa dama, non avendo parenti e sotto il pondo di un confessore gesuita, aveva legato l’immensa sua sostanza ai Reverendi Padri. La morte subita del marchese Mascara ebbe luogo.

Il marchese Mascara, volendo diseredare suo fratello e suo nipote, aveva disposto di una fortuna di cinque milioni di franchi in favore dei gesuiti, ma dopo la morte di sua moglie, molto più