Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/18

Da Wikisource.

diciottesimo secolo non scherzavano colla parola e col sentimento di patria.

Pietro nondimeno cominciò la sua carriera colla più bella ed edificante vocazione cristiana. Faceva precedere una fucilata da una benedizione in articulo mortis; un colpo di baionette da un “Perdonami, o mio fratello in Gesù Cristo!„ Condiva un bacio ad una ragazza con un buon consiglio, ed accoppiava una bestemmia con una giaculatoria “che il nome di Gesù e Maria sia benedetto.„

Quella buona natura cattolica però non si conservò a lungo. Pietro fece in breve tali progressi, si immedesimò talmente nel mestiere, che dopo alcuni mesi era il bestemmiatore più originale dell’esercito, precisamente perchè conosceva la teologia. Dopo la campagna — campagna di gambe, campagna di fuga davanti all’esercito francese — Pietro Colini si trovò a mala pena sergente, sebbene i suoi atti straordinari di valore gli avessero meritato venti volte la spallina di ufficiale.

Pietro seguì l’esercito francese, quando abbandonò Napoli nel 1799 e traversò le guerre del Consolato e dell’Impero.

La famosa esclamazione di Chambronne pronunziata, Napoleone relegato a Sant’Elena, i Borboni di Francia non seppero più che farsi di un esercito. Pietro Colini raccolse allora tutto ciò che gli restava dei membri del suo corpo e ritornò a Napoli.

La patria era stata abolita. I fedeli napoletani se ne andavano in brodo di giuggiole davanti ad un re per la grazia di... Talleyrand.