Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/182

Da Wikisource.

tutto, napoletano burlone! Aspettate un poco, ed è diavolo e poi subito Tobia, il suo angelo ed il suo rispettivo cane. Il cane, sopratutto; abbaia come una muta intiera; riassume tutte le astuzie della polizia! Oh sì! dopo ciò, provatevi a definire don Gabriele. Domani può essere imperatore dei Romani, l’asino di Balaam, il muggito del vento, lanterna di polizia, spia, tutto, insomma e qualcosa altro ancora.

— È un uomo pericoloso, questa vostra conoscenza, dottore. Bisogna che ne giudichi un po’ da me stesso. Me lo condurrete.

— Se vorrà venire, rispose Bruto.

— Siete ammogliato, dottore?

— Sono sulla via di esserlo.

— Come sulla via?

— Sì, in via di ammogliarmi. Ho subìto i primi disinganni. La ragazza, che io voleva sposare, è stata rapita e mi ha piantato lì con un peso sul cuore. Ora sto in aspettativa, ma interrogo il mio cranio, secondo il sistema di Gall, per conoscere se ho le protuberanze d’un marito.

— E cosa vi risponde il cranio, don Bruto?

— Niente di buono. Non ho che la pazienza, ma mi sforzo a famigliarizzare coll’educazione le servitù ribelli che mi mancano.

— Se avete la pazienza, non cercate nessun’altra virtù coniugale. Con quella sola sarete il modello dei mariti.

— Credete? Pure io penso che un marito il quale non ha fermezza di carattere....

— Disgraziato! volete dunque portare il germe della ribellione nel vostro matrimonio? Pazienza, discrezione, obbedienza, miopia, bonomia, ecco...