Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/251

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così terribile. Questo appartamento è la sua rendita. Rendervelo aggradevole è il travaglio di tutte le ore della sua vita.

— Davvero!

— Teme che trovandolo un giorno vuoto, o indegno, o noioso, voi non lo abbandoniate.

— Infatti!

— Teme che coloro i quali vi fanno dimenticare le pene della vita in questo ritiro, non lo abbandonino, ciò che è accaduto talvolta, e ch’egli non si trovi derelitto. Attaccare alla vostra persona qualcuno, che fosse attaccato nell’istesso tempo alla sua con legami di sangue e d’interessi, ecco il tratto di genio di questa mercantile intelligenza. È venale e vile, ecco i suoi torti. I miei sono più indegni.

— Vediamoli.

— Il conte mi spiegò confusamente le sue teorie di solidarietà, le sue viste. Velò la parte che io doveva prendervi. Coprì tutto di una luce scialba ed equivoca come quella di questa camera. Io ho un carattere voluttuoso e debole. Ero curioso di questi misteri d’Iside, come un provinciale. E’ vi parlò di me. Stuzzicò la vostra curiosità. Voi eravate indisposta un giorno e mi chiamaste qui, nel sito ove siamo.

— Me ne ricordo.

— Conversammo. Vi esaminai da medico, e non da uomo.

— Ah! e vi parve egli, ch’io mi fossi molto ammalata, signore?

— Sì, signora. E gli è precisamente perchè vi credetti e vi credo ammalata che entrai