Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/253

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voi, signora.... più ancora, sono stato inconseguente e ridicolo. Se avessi ricevuto una educazione sana, se avessi preso l’abitudine di riflettere sugli atti della vita, se ne avessi conosciuto la portata, avrei fuggito, come l’ergastolo, questa casa, il conte, sua figlia, questo studio — parc aux cerfs per lui, ospizio per me. I due colpi di pistola però cui ho ricevuto a bruciapelo....

— Che cos’è ancora codesto?

— Il marchese di Diano si era battuto in duello ed era stato ferito. Me lo portarono una notte ai Pellegrini, ove io ero di guardia. Io conosceva tutta la storia di quest’uomo. Egli aveva sedotto la giovine che era divenuta mia moglie. Questa creatura, cui le leggi ecclesiastiche mi legano per sempre, l’amava. Egli aveva rapito un’altra giovinetta, cui io aveva amata, che dovevo sposare, che è la figliuola del mio più caro amico; e cui amo tuttavia come una sorella, mentre ella mi ama forse d’un altro amore....

— Il nome di codesta persona?

— Non si tratta ora di lei. Passiamo.

— Ah!

— Questo marchese s’era battuto in duello col mio amico, il padre della giovane che aveva rapita. Questo disgraziato padre era in prigione.... Io aveva, dunque, tutte le ragioni per odiare e fuggire il marchese. E’ mi cade tra le mani ferito. Chiede la mia assistenza di medico. Io soffoco la mia passione di uomo. Veggo in lui un soggetto, un ammalato, un dovere a compiere. Mi rassegno a curarlo.