Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/310

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grado di generale sul campo di battaglia; che il governo francese, considerando il colonnello come facente parte dell’esercito francese, gli riconosceva pure la decorazione di commendator della Legion d’onore ricevuta dalle mani dell’imperatore e il titolo nobiliare di barone; che il barone Colini, essendo stato riconosciuto come colonnello ammesso al ritiro dall’esercito, era quindi, per la stessa ragione, considerato como cittadino francese ed in questa qualità lo si copriva della protezione della Francia, ch’e’ risultava da una deposizione del marchese di Diano, complice del colonnello, che questi era stato attaccato dal marchese, che non c’era stato un vero duello, ma un semplice scambio di colpi, nel quale il colonnello non aveva fatto altro che respingere l’aggressione; che in nessun paese del mondo, sotto nessuna legislazione e in nessun tempo, non era proibito ad un uomo assaltato di difendersi; e che ciò essendo, il giudizio del colonnello era un atto odioso ed abusivo, al quale il governo francese non si rassegnava, ed in causa di cui esso dimandava una riparazione morale per l’insulto fatto alla Francia, in un membro del suo esercito, ed una riparazione materiale, in favore dell’uomo leso nella sua libertà e nella sua persona. L’ambasciatore aggiungeva terminando, dopo aver dato lettura della nota, di cui riassumiamo il contenuto, che se il colonnello Colini non era messo in libertà, egli, l’ambasciatore, protesterebbe, in nome della Francia, contro ogni sorta di danno causato sì al fisico che al morale d’un cittadino francese,