Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/68

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telli all’Annunziata, con una lettera in cui assicurava che verrebbe a riprenderla appena la fortuna si mostrasse più clemente e Dio più misericordioso.

“Poi avvenne ciò che avviene di solito a tutte le donne giovani e belle, che hanno commesso il primo fallo, che sono sole, poco abituate al lavoro ed in preda alle tentazioni, ai bisogni, alle esigenze della gioventù e della bellezza. Cominciò col darsi, finì col vendersi.

— Me ne ricordo, ha detto Fuina.

— Tutta questa dolorosa ed impura storia è qui, ha continuato il conte, in questo fascio di carte, raccontata da Giuseppina e da altri e compilata da un giudice istruttore, in occasione dell’assassinio di un ufficiale svizzero, ucciso da uno studente che non volle lasciarsela prendere, nel luogo infame ove si trovava.

— Ciò appunto, ha soggiunto Fuina. Lo studente trasse uno stocco dal suo bastone. L’ufficiale sguinò la spada: il duello ebbe luogo sotto la lampada della Madonna dei Sette Dolori, appesa nell’anticamera di quella onesta casa. L’ufficiale fu ucciso.

— Perfettamente, ha proseguito il conte, fu arrestata perche era dessa che aveva eccitato lo studente contro l’ufficiale cui detestava. Poco tempo dopo uscì di prigione, corse di strada in strada, di casa in casa, e venne a naufragare all’ospitale di Santa Maria della Fede.

“È là che fu raccolta dal padre Cutillo. Ma di lì a poco, giovane ancora, riposata dalla vita orribile, condotta fino allora, noiata delle regole severe che il padre Cutillo imponeva