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Il giovane, d’altronde, aveva la coscienza in pace.
E’ non fu mica lo stesso della principessa Maud.
Parecchie circostanze avevano concorso a cangiare in un’angoscia mortale l’ansietà in cui l’aveva gittato l’ordine di quella partenza precipitata. — Suo marito gliel’aveva fatto ingiungere dal suo maggiordomo.
Ivan, che aveva l’attaccamento il più vivo per Maud, dopo aver compiuto la commissione del suo padrone, le era caduto a ginocchio ai piedi, e baciandole la mano, con un intenerimento profondo aveva soggiunto:
— Voi mi perdonerete, padrona: io debbo obbedire.
Poi soffocato dai singhiozzi, si era precipitato fuori della camera.
Maud avendo mandato la sua cameriera a dimandare a suo marito se la poteva recarsi da lui, Sarah aveva visto sur un canapè, nella biblioteca del principe, una scatola a pistole, e due spade. Tom Barcley, il suo intendente, trovandosi nel cortile quando il conte Alessandro era rientrato, aveva rimarcato che la figura di lui era estremamente pallida, disfatta, stravolta. E Maud avendo, su questa osservazione, mandato questo stesso intendente a dimandare al conte se egli non fosse malato, Alessandro aveva risposto, di una voce interrotta dalla commozione:
— Dite a mia cognata di pregare per me!
A tutte queste circostanze arrogevasi quella voce interna che addimandasi presentimento, e che in certi organismi nervosi acquista la lucidità della profezia.
Maud, natura sognatrice, possedeva questo attributo di seconda vista, e la era affatto donna, come quasi tutte le inglesi.
Le donne del Continente àn tutte, più o meno, delle fibre virili!
Maud comprese che qualche cosa di terribile aleggiava nell’aria; e la sua disperazione aumentavasi, avendo coscienza di non poter nulla scongiurare.
Ah! se ella avesse potuto veder suo marito ed aprirgli il suo cuore!
Ella passò dunque la notte impiedi, ora a piangere ora a pregare — mentre Sarah compieva qualche preparativo di viaggio.